sabato 11 gennaio 2020

Schizzo


Schizzo [schìz-zo] s.m. Spruzzo improvviso di liquido; il segno lasciato dallo spruzzo. 2. fig. Persona assai dinamica e dotata di notevoli riflessi. 3. fig. Abbozzo di un disegno, di un'opera scritta, di un progetto; descrizione breve e sintetica.

Etimologia: nel primo significato ho rintracciato la fonte al verbo schizzare, di origine onomatopeica (riproduce il rumore dell'azione), nel terzo significato proviene dal latino schedium, "lavoro fatto subito e alla meglio", a sua volta derivato dal greco schedion, "estemporaneo, fatto all'improvviso".

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Photo by Alena Koval from Pexels
 

Avevo scelto quel lato del giardino perché era tranquillo, lontano dalla casa e dalla sua vociante torma di marmocchi, e nascosto alla vista da un alberello di alloro. Volevo un po' di pace, per una volta, e nessuno attorno che indovinasse quello che stavo pensando. Erano tutti troppo bravi a farlo, persino la mamma.
Avevo portato con me una matita e il mio album da disegno e prima ancora di rendermene conto, mentre riflettevo sul pomeriggio passato in paese per una volta senza la bellezza di Jaelenn a oscurarmi, cominciai a tracciare lo schizzo di un volto. Era il volto di un ragazzo. Era il volto che occupava i miei pensieri.
D'improvviso un altro tipo di schizzo mi bagnò l'orlo della gonna e un angolo dell'album da disegno. Guardai in su, verso il bullo che mi aveva sporcato dando un calcio all'acqua stagnante di una pozzanghera. Occhi rossi, un Marieth. Avrei dovuto capire che non poteva durare, e che prima o poi qualcuno avrebbe percepito il mio desiderio di stare da sola e sarebbe venuto a indagare. Solo che speravo in qualcun altro, qualsiasi altro. Tutti tranne lui.
– Vediamo un po' cosa disegna la cocca di zia Alice.
Il ragazzino, sogghignando, allungò la mano, ma io mi alzai e nascosi l'album di disegno dietro la schiena. Sapevo che se gli fosse capitato in mano avrebbe anche potuto bruciarlo per capriccio, e tutti i miei schizzi, compreso l'ultimo, sarebbero spariti per sempre.
Mentre indietreggiavo ci raggiunse un grido alle sue spalle. – Ollie Marieth, lascia subito in pace la mia amica. O preparati a ritrovarti con i capelli rosa e tutti i vestiti dipinti a cuoricini!
– Se prima riesci a prendermi! – replicò il bullo. – E se anche ci riesci, attenta che io te li posso bruciare, i capelli.
– Prenderti? Non serve. Devi pur dormire, prima o poi.
La risata tranquilla della ragazza segnò la sua sconfitta. Poi lei si rivolse a me: – Tutto bene, Angela? Non sei ancora arrabbiata con me, vero?
Sbuffai. Jaelenn era la seconda persona che avrei preferito non vedere.

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