sabato 11 giugno 2022

Zuppo

Zuppo [zùp-po] agg. Completamente bagnato, intriso, madido, fradicio.

Etimologia: participio passato di zuppare, derivato dal gotico suppa, "fetta di pane inzuppata".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Teona Swift da Pexels


Quell'autunno ascoltai con attenzione le storie del vento. Cercavo notizie di Zefiro, che era stato il mio Maestro e che mi aveva ceduto all'improvviso tutte le responsabilità di una Sacerdotessa del Vento. Non le avevo mai volute, ciò che bramavo era solo vivere con lui, la mia nuova famiglia, l'unico che potesse comprendermi fino in fondo e insegnarmi quanto ancora dovevo sapere.
Il vento non mi parlò di lui. In compenso, mi rivelò che stava radunando le nubi, e che la pioggia sarebbe arrivata presto. Come avevo predetto, giunse sul finire dell'autunno, e il giorno in cui le prime gocce si precipitarono a impregnare la terra assetata, io e Syuss facemmo a gara a scendere dall'altopiano per correre a rifugiarci sotto gli archi tra le colonne del Tempio del Vento. Mi piaceva il nostro tempio, era diverso dagli altri. Noi non avevamo un tetto, né pareti che impedissero al vento di soffiare, e se da un lato mi sentivo libera come l'aria a vivere lì, dall'altro significava che dopo ogni pioggia mi ritrovavo zuppa come un gattino caduto in uno stagno.
Syuss si lisciava le penne con il becco quando il sole tornava a fare capolino tra le nuvole. Io mi toglievo la veste, la strizzavo e la appendevo alle corde tese tra le colonne, da cui garrivano bandierine colorate con le richieste, le preghiere o i ringraziamenti dei postulanti. Quando il vento aveva asciugato la mia pelle, indossavo una veste pulita da una delle alcove in fondo al tempio, che fungevano da ripostiglio per i miei pochi averi.
Non desideravo le responsabilità di una Sacerdotessa del Vento, ma non di meno giunsero ugualmente. La brezza mi avvisò del suo arrivo prima ancora di vederlo. Scorsi le gocce cadere controvento dalla mia veste appesa, poi volare di traverso, attirate da una forza misteriosa alle mie spalle. Mi voltai al suono di un passo sciaguattante per scorgere un giovane totalmente zuppo, e completamente a suo agio nella veste madida.
– Vengo dal Tempio dell'Acqua – mi disse. – Dobbiamo parlare.

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