lunedì 14 maggio 2018

Fiori recisi

(racconto ispirato dall'esercizio Un tocco di fantasia. Ho scelto come creatura di fantasia una fata, alle prese con una controversia sul modo di trattare i fiori)
 
 
Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


13° giorno di Rosapetalo, Taverna del Buon Ristoro, Alteys

Gli esseri umani sono creature strane. Ancora non ho capito se sono cattivi oppure no. Sono certa che Taliesin non lo sia. Degli altri, non saprei dire.
Gli altri guardano sempre le mie ali quando parlano con Taliesin, e con me non parlano mai. Ho sempre pensato che le stessero soltanto ammirando, ma ieri è accaduto qualcosa che mi ha messo un po' paura.
Ci eravamo fermati a mangiare in una taverna molto simile a questa, con panche attorno ai tavoli al posto di quelle scomode sedie che devo sempre girare di lato per accomodare le ali. Taliesin aveva appena terminato i suoi canti di terre lontane, e ci spettavano pane e formaggi e marmellate e frutta e acqua come ricompensa, ma prima delle pietanze, la donna che vive nella taverna portò qualcosa che non avevo mai visto prima. Era... mi fa ancora tremare al ricordo, e faccio davvero tanta fatica a ripensarci e a descriverlo. Era, per usare le parole di una delle ballate di Taliesin, una tomba d'acqua. E lo so che lui le dice per raccontare di qualcos'altro, ma quelle sono le parole più adatte.
Era una boccia trasparente, riempita d'acqua fin dove il vetro si apriva in forma di petali. E lì, ficcati dentro, innumerevoli corpi di fiori stretti l'uno all'altro, ognuno mutilato, strappato alla sua radice.
Non ci credevo, all'inizio; ma appena ho capito di aver visto proprio quello che avevo visto, ho gridato e ho nascosto il volto tra le mani.
"Non piacciono i fiori alla bella signora?" Così ha chiesto a Taliesin la donna della locanda, e sono quasi sicura di ricordarmi le parole esatte. "Perché fa così la vostra signora fata, forse non li trova di suo gusto? Vado a prenderne altri di fiori, fiori più belli, fiori più freschi, ne ho di splendidi nel giardino qui dietro, ma vi prego, calmatela, per favore... mi sta spaventando i clienti!"
Ho sentito Taliesin bisbigliarle di portarli via, e il rumore di passi, e il tocco di dita umane sul mio braccio. Ho ascoltato la voce rassicurante del bardo che mi diceva che potevo aprire gli occhi, e li ho aperti, e la tomba d'acqua non c'era più.
Più tardi, mentre mangiavamo, ho chiesto a Taliesin perché la donna della taverna avesse fatto quella cosa terribile ai fiori. Lui mi ha spiegato, ma ancora fatico a capire. Una cosa però mi è rimasta impressa: la donna umana ha strappato i fiori perché le piacevano, perché pensava che fossero belli.
E adesso, quando gli umani per la strada guardano le mie ali e bisbigliano tra di loro o chiedono a Taliesin se io sia davvero una fata e gli dicono di come sia incredibile a vedersi, io mi domando quanto ci metteranno a provare a strapparmi le mie belle ali per metterle in una boccia d'acqua.

Nessun commento:

Posta un commento