giovedì 31 maggio 2018

Il GPF

(racconto ispirato dall'esercizio Nelle sue zampe. Ho scelto di mettermi nelle zampe di un gatto bianco e nero che ho incrociato)
 
Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Me ne andavo tranquillo tranquillo per la mia strada riflettendo sul GPF, quand'ecco che da lontano mi viene incontro quell'esemplare umano che cammina baldanzoso come se la strada fosse sua. Non sono un grande esperto di umanologia, ma così a naso ho l'impressione che sia una femmina... no, un maschio... anzi, no: una femmina. Va be', non importa. L'importante è che l'umana occupa la mia strada, e per tutta l'erba gatta, per questo affronto si merita una lezione. Così, prima che si avvicini troppo, mi defilo tra l'erba alta a bordo strada, da dove posso portare un attacco a sorpresa che di sicuro la stenderà...
Oh, madre felina, mi ha visto. L'umana mi ha visto. Ma come ha fatto, dico io, con quei suoi occhietti strambi?  E va bene, niente agguato, ti sei salvata per questa volta, umana. Ti concedo il permesso di passare sulla mia strada, ma niente mosse brusche, non facciamo scherzi, capito?
L'umana si ferma. Mi fissa come se non avesse mai visto un gatto. Che c'è da guardare? Muoversi, circolare, circolare... e invece no: quella resta lì impalata e inizia a fare quei versi e quegli schiocchi tipicamente umani.
Che c'è, umana? Che cosa vuoi? Ma è mai possibile che nessuno di voi abbia ancora imparato a miagolare chiaro? Le faccio segno con la coda di andare via, che io ho altro da fare, ma niente, non capisce. Più passa il tempo, e più gli umani regrediscono. Almeno migliaia di anni fa, all'epoca di quei disegni di profilo sui muri e di quelle montagne a punta, gli umani avevano capito qual era il nostro posto nell'universo.
Finalmente l'umana comincia ad annoiarsi e se ne va. Ottimo, giusto in tempo, perché mi stavo annoiando anch'io. Sbadiglio. E poi mi torna in mente quello che si era detto alla riunione felina. Ma certo, il GPF. Come ho fatto a dimenticarmi del GPF.
E allora, invece di andare avanti per la mia strada, giro il posteriore e la seguo. Coda dritta. Occhi, orecchie, vibrisse e naso all'erta. In modalità perfetta spia felina.
L'umana si gira, mi fissa, rallenta. Non guardare me, umana, non c'è niente da vedere qui, solo un gatto come un altro. Vai pure avanti per la mia strada e fai quello che devi fare, senza badare all'inquietante figura alle tue spalle che ti tallona come un'ombra.
In fondo, non devo fare niente di cui tu ti debba preoccupare: solo raccogliere le ultime informazioni sulle abitudini umane prima del GPF.
Il Grande... Piano... Felino.
Più tardi, questa sera, ho un appuntamento con Ginetto, il mio tiragraffi personale, per affilarmi le unghie. E poi con la mia lingua, per lucidarmi il pelo. Devo essere pronto perché domani è il gran giorno.
A meno che non piova, costringendoci a rimandare di nuovo come l'ultima volta. Ma se non piove ormai è deciso, il gran giorno è domani.
Domani, i gatti conquisteranno il mondo.

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