sabato 29 febbraio 2020

Durlindana


Durlindana [dur-lin-dà-na] o durindana s.f. In senso scherzoso, spada, sciabola.

Etimologia: dal francese Durandal, nome della spada di Orlando, paladino di Carlo Magno nel ciclo carolingio. Voce di origine sconosciuta, che si può forse riconnettere al latino durus, "duro, resistente".

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Photo by Daisa TJ from Pexels


Il gigante e il nanerottolo si fronteggiavano, guardandosi in gattesco, che sarebbe un'occhiata molto più sprezzante, astuta e feroce di quella in cagnesco.
Il gigante brandiva con una mano sola una gran durlindana, che roteava con maestria e sprezzo del pericolo per le parti sporgenti del proprio corpo... e intendo il naso, l'altra mano e i piedi, malpensanti!
Il nanerottolo dal canto suo gli puntava contro uno spillo.
Tra di loro, un'enorme bottiglia.
– Ti sfido! – esclamò il nanerottolo. – E se non ci riesci, te lo faccio ingoiare quel tuo spadone.
Il gigante storse la bocca e afferrò la bottiglia per il collo così forte che il vino smise di respirare. Poi sollevò la durlindana sopra la testa.
Il nanerottolo lo fissò sogghignando.
Il gigante calò un poderossissimo colpo verso il tappo di sughero, così forte che il vento si sentì a chilometri di distanza. E dall'altra parte del mondo, un uragano si scatenò sulle coste di un continente sconosciuto, e fece volare via tutte le pergamene del cartografo che lo stava mappando.
Ma torniamo al gigante. O meglio, al nanerottolo. Che quando il gigante calò il suo colpo, scattò in avanti brandendo lo spillo, e punse l'alluce del gigante.
Ora, non so voi, ma io mi sono già fatto male all'alluce, e dunque so quale atroce dolore scateni anche solo andare a sbattere contro uno spigolo al buio.
Quindi non dovrebbe sorprendervi se gigante ululò di dolore e mancò il bersaglio. Quel che successe poi, è diventato leggenda.
Alcuni dicono che colpì così forte la terra da spaccarla in due, ed è per questo che si divide in due emisferi. Altri che tagliò persino il tempo stesso, creando un giorno che non esisteva e che non sarebbe più esistito per i tre anni successivi. Ma ogni tanto quel giorno in più rispunta fuori, e i vecchi dicono “tutta colpa del gigante Bisesto!”.
Morale della storia? Non provate ad aprire una bottiglia con una sciabolata, se non sapete esattamente come farlo. Soprattutto se siete un gigante.

Nessun commento:

Posta un commento