sabato 28 marzo 2020

Malerba


Malerba [ma-lèr-ba] s.f. 1 Erbaccia. 2. fig. Persona disonesta o invadente; cosa nociva e fastidiosa.

Etimologia: parola composta da mala, femminile di malo, ed erba.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
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La gente che non mi conosceva mi chiamava Weed, erbaccia, perché vivevo in una baracca circondata da un giardino incolto, un piccolo pezzetto di terra in cui cresceva rigogliosa ogni tipo di malerba, e in cui prima che la occupassi si riunivano i balordi a fumare. Tutti sapevano che ero stata io a cacciarli, anche se non sapevano come avesse potuto farlo una ragazzina gracile come me. E un'altra cosa ignoravano: che a far crescere così tanto l'edera e il vilucchio e la gramigna e il sorgo selvatico e ogni genere di piante infestanti, ero stata io.
Per i pochi amici che mi venivano a trovare io ero Daisy, la margherita, il fiore di campo che rideva con loro e che passava il tempo tra chiacchiere e consigli. Alcuni di quegli amici erano stati una volta i balordi che fumavano erba, e che avevo convinto a stare alla larga dal mio giardino. Non c'era niente per loro da me, nulla da rubare, niente di valore, e lo sapevano che se mi avessero tradita mi avrebbero persa per sempre. Perché una margherita è così, puoi giocare con lei a m'ama non m'ama, ma una volta tolti i petali la margherita non c'è più.
Nessuno di loro sapeva che un tempo ero stata un fiore più nobile, uno di quelli che si coltivano nelle serre delle ville per bene. Nessuno di quelli che mi disprezzava poteva immaginare che la malerba che infestava il loro sobborgo con il suo sguardo sfrontato e la sua selva di erbacce inutili era stata un tempo, per i suoi genitori, la preziosa Rose Wineland.
Ma quello era il passato, e io me n'ero andata perché la mia famiglia non avrebbe capito cos'ero diventata, non mi avrebbero mai accettato selvatica com'ero, e non avrebbero mai compreso che ormai mi sentivo più pianta che umana.

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