sabato 4 aprile 2020

Temerario

Temerario [te-me-rà-rio] agg., s. (pl.m. -ri) 1. agg. Di persona, che affronta i pericoli senza calcolo, sconsiderato o ardimentoso. 2. agg. Riferito a comportamento o atto, imprudente, che comporta dei rischi; avventato, non fondato su validi motivi. 3. s.m. (f. -ria) Nell'accezione 1 dell'aggettivo.

Etimologia: dal latino temerarius, derivato dall'avverbio temĕre, "a caso, alla cieca",  con probabile provenienza dal tema sanscrito tamrà, "oscurità, tenebra".


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Arden è l'uomo più temerario che io abbia mai conosciuto. Al nostro primo appuntamento mi portò a fare una passeggiata sui carboni ardenti. Io avevo paura, ma lui mi spiegò che c'era un trucco. Anche se sembrava che lui non ne avesse bisogno.
Lo avevo visto stringere tra le dita uno di quei pezzetti neri dai bordi roventi, quando pensava che nessuno lo stesse guardando. Era come se il fuoco fosse il suo elemento. Io ero più sospesa tra la terra e il vento, e non sapevo se la mia aria avrebbe alimentato la sua fiamma, o se piuttosto avrei finito col restare bruciata.
Gli avevo detto quanto fosse stato avventato a scegliere di portarmi a un evento del genere al nostro primo appuntamento, quando ancora non mi conosceva, e per tutta risposta lui mi aveva baciato la mano e aveva replicato: – Resta con me, e vedrai, che farò di te una temeraria.
Avrei accettato quell'invito, se avessi saputo fin dall'inizio che in realtà Arden era in fuga da una vita intera? Non posso saperlo.
Quel che so è che Arden aveva ragione. E non solo perché al nostro terzo appuntamento presi coraggio e lo invitai a salire nel mio appartamento, dove crollammo esausti nel letto, sfiniti dalle risate dopo una lotta con i cuscini. Ma perché, ora che abbiamo dei figli, io so con assoluta certezza che non c'è impresa temeraria, né drago spaventoso, che non affronterei pur di proteggerli.

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