sabato 5 dicembre 2020

Amorfo

Amorfo [a-mòr-fo] agg. 1. Che non ha forma definita, informe. 2. fig. Con valore spregiativo, privo di personalità, di carattere; inconsistente, insulso. 3. fis., chim. Di corpo solido che non ha struttura cristallina.

Etimologia
: dal greco ámorphos, "informe" composto da morphḗ, "forma", e dal prefisso privativo a-.


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La parodia amorfa di un corridoio era comunque meglio dell'oscurità misteriosa in cui poteva nascondersi qualunque creatura ostile o anomalia dimensionale, pensò Vera, sollevando un pezzo di metallo contorto e arrugginito. Lo spostò di lato e si guardò indietro: non aveva percorso che qualche metro in mezzo a quei detriti, ma almeno lì la luce c'era. E luce equivaleva ad elettricità, il che era una buona cosa, nel caso avesse avuto bisogno di difendersi. Aveva ancora, all'incirca, metà della carica assorbita dall'ultimo cavo scoperto: Vera la sentiva danzare tra le braccia e le dita, pronta a scattare con un singolo pensiero per colpire chiunque osasse minacciarla. E che fosse stato alieno o umano, a lei non importava.
Vera scavalcò un ammasso informe che un tempo era stato parte di chissà quale apparecchiatura scientifica, e si lasciò scivolare dall'altra parte. "Troppo lento", pensò, "e troppo faticoso." A quel ritmo ci avrebbe messo un'eternità a raggiungere l'uscita, e se lei aveva tempo, potevano non averlo tutti coloro che erano rimasti intrappolati nel laboratorio al piano inferiore. Vera avrebbe voluto pensare al dottor Eastfield, l'unica persona al mondo che ancora contasse qualcosa per lei da quando Marta e Luisa, le sue migliori amiche, erano morte in quello stesso laboratorio; eppure si sorprese a pensare a un altro scienziato, un omuncolo amorfo di nome John Moss, e a come l'aveva guardata, quasi con odio, quando la paratia si era abbassata tra di loro.
Era l'ultimo essere umano che Vera avesse visto vivo in quel caos, e anche per lui, anche se lo trovava insopportabile e probabilmente il sentimento era ricambiato, Vera doveva sbrigarsi a trovare aiuto.

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