sabato 19 novembre 2016

Ciangottare

Per questo sabato ho scelto un verbo dal suono divertente che ha più di un significato.

Ciangottare [cian-got-tà-re] v.intr. (aus. avere) 1. Parlare smozzicando le parole, balbettare; anche, cianciare. 2. Cinguettare 3. Detto di acqua, gorgogliare lievemente.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Mi sono lasciata ispirare... in tutti i sensi!


È di nuovo settembre e io non ho voglia di ricominciare da capo. Ma così è la mia vita.
Nuova città, nuova scuola, nuovo nome. Com'è che mi chiamo stavolta, Emma... Emma Miotti?

Un nome che nessuno ricorderà fra qualche anno.
Seduta al mio posto sento le altre ragazze - mi sforzo di non definirle bambine - ciangottare allegramente fra una risata e l'altra. Le guardo.
Una parte di me sente i loro versi striduli e non può fare a meno di pensare a tanti piccoli uccellini che cinguettano e vorrei solo divorarle e farle tacere e sparire per sempre.
L'altra parte di me confonde le loro parole finché non avverto solo puro rumore, uno scroscio d'acqua che zampilla fresca e mi accarezza la pelle e quanta voglia avrei di alzarmi, adesso, correre in bagno a lavarmi le mani, tuffare la testa sotto il filo liquido del rubinetto o anche immergermi nella mia vasca, se solo potessi...
Prendo la bottiglietta dallo zaino e bevo un sorso. Ed è allora che la noto. L'unica ragazza che non gesticola frenetica, che non ciangotta o blatera o ride. Se ne sta lì a fissare la cattedra vuota e la lavagna pulita, col quaderno aperto e una matita in mano. In un piacevolissimo, benedetto silenzio.
Prima che la classe si riempia afferro lo zaino e mi sposto a sedere a uno dei banchi liberi vicino al suo. Lei si volta, mi guarda a occhi spalancati, sorride e non dice niente.
Scelta azzeccata, mi dico io. Ecco il mio biglietto per un anno di totale relax.

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