sabato 30 giugno 2018

Bustrofedico

Quello che sembra il nome di un medicinale (oggi ho un po' di acidità/emicrania/mal di schiena, meglio se mi prendo un bustrofedico) è in realtà una parola altrettanto specialistica che riguarda la lingua scritta.

Bustrofedico [bu-stro-fè-di-co] agg. (pl.m. -ci, f. -che) Scrittura che si dispone alternativamente da sinistra a destra e da destra a sinistra.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


La mia prima idea aveva a che fare con archeologi e geroglifici egizi, o un tipo di scrittura simile ma inventata. Poi mi è venuta in mente la prima frase, e l'idea di un codice da decifrare, e sono partita da lì. Chi sono i questi due, dove sono, che cosa stanno facendo, perché... suppongo che lo scoprirò più avanti, se si rifaranno vivi qui o altrove.


– Sei riuscita a capirci qualcosa?
Spinsi il diario verso di lui mentre scivolava al suo posto sulla panchina accanto a me. – È una scrittura bustrofedica.
– Ovvero, sapientona?
Sbuffai. Quello con gli occhiali era lui, ed era altrettanto saccente quando si trattava di un argomento in cui era esperto. Solo che di lingue e di scrittura in codice non ne sapeva niente. – Significa che in ogni riga il verso della scrittura è alternato. Quelle pari sono orientate in una direzione, quelle dispari nell'altra. Vedi questi due simboli? – Indicai due ghirigori tra i tanti, in righe successive. Consistevano entrambi di un allungo in basso, un ampio cerchio e un paio di linee che uscivano di lato. La differenza era che mentre in un caso si spingevano a destra, nell'altro puntavano a sinistra.
Il mio compagno di avventure incrociò gli avambracci sul tavolo da picnic, guardò il quadernetto, poi me. – Sembrano lo stesso, ma fatto a rovescio. Come una bi e una di.
Annuii. – Infatti sono lo stesso. E non è l'unico che puoi trovare scritto anche a rovescio. – Gli indicai altre coppie di simboli sulla stessa pagina. – È confrontando tutti questi che sono giunta alla conclusione dell'andamento bustrofedico del testo. Ora si tratta di capire come esattamente vanno lette le righe, dopodiché potrò iniziare a decifrarlo.
– La prima riga sarà nel verso diritto... – propose lui.
– ...per chi ha scritto questa cosa – gli ricordai. – Non sappiamo che lingua parlasse chi ce lo ha lasciato. Il che rende ancora più difficile il mio lavoro.
– Ti ci vorrà molto? – mi chiese, sbadigliando e alzando gli occhi al cielo limpido.
– Mh-mh. – mugolai e segnai qualche appunto su un foglio a parte. – Ancora di più se continui a distrarmi.
– Ho capito. Svegliami quando hai finito – brontolò lui. Si curvò sul tavolo e appoggiò la testa sulle braccia, col viso girato dall'altra parte.
Finalmente un po' di pace per dedicarmi ai miei strambi geroglifici.

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