giovedì 25 maggio 2017

Dal pensiero alla forma (scritta)

Non è semplice offrire suggerimenti per un esercizio così personale come quello che ti ho proposto lunedì, nel post Fantasia astratta. Nella stessa macchia, nella stessa nuvola, due persone possono vedere due creature o due oggetti estremamente diversi. E avrebbero ragione entrambe.
Quindi cosa posso dirti, se fin dal punto di partenza il tuo brano può prendere strade inaspettate e imprevedibili? Mi limiterò a provare a rispondere a due domande per aiutarti ad aggirare un paio di ostacoli che potrebbero frapporsi fra te e il racconto che vuoi scrivere usando questa forma di ispirazione.


E se non riuscissi a vedere niente nella macchia/nuvola/fumo/quadro/caleidoscopio?

Può capitare. Ciò che hai scelto per provare l'esercizio ti appare informe, troppo vago o, scusa il gioco di parole, nebuloso. Puoi arrenderti e cercare un altro esempio della stessa categoria. Puoi cambiare completamente soggetto. O puoi provare alcuni trucchi per scoprire la forma nascosta ai tuoi occhi.

Uno di questi trucchi consiste nello sfocare lo sguardo, osservare il soggetto con la coda dell'occhio o non direttamente. Sembra un controsenso, eppure percepire in modo meno distinto il soggetto delle tue indagini può far saltare all'occhio proprio le caratteristiche che lo fanno assomigliare a qualcos'altro. Se hai mai scambiato un ramo a terra per una biscia o una vipera durante una passeggiata nel bosco, o se pulendo casa un grumo di polvere ti è parso per un istante un ragno, allora sai cosa intendo.

Prova a smettere di guardare e disegnalo. Anche se non sai disegnare. Tanto nessuno lo vedrà, a meno che tu non decida di mostrare a qualcuno la tua opera d'arte. Dovendo riprodurre a memoria ciò che hai visto, è possibile che la tua mente deformi quell'immagine e le dia sembianze più riconoscibili. Un disegno su un foglio di carta, inoltre, ha un vantaggio in più: puoi inclinarlo, girarlo, scambiare il basso e l'alto... osservando da ogni direzione, è più facile far emergere una forma che non avendo un solo punto di riferimento per leggere quell'immagine astratta.

Questi sono solo due metodi che mi sento di suggerirti e che talvolta uso anch'io; se ne hai uno tuo, puoi condividerlo con me scrivendolo nei commenti. Quanto all'altra domanda...


Bene, riesco a vedere qualcosa. Ma come faccio a passare da questo a una storia?

Anche se ciò che vedi potrebbe avere meno dettagli di quanti ne contenga una foto o la tua memoria di un paesaggio, puoi comunque usare le tecniche e le domande che ho condiviso nei post Dall'immagine alle parole e Dalla memoria alla pagina.

In più, per questo particolare esercizio, il mio suggerimento è questo: sfrutta ciò che ti ha fornito l'ispirazione. Usa la nuvola, o il quadro, o la macchia d'inchiostro, o qualunque cosa sia come base per la tua storia. Puoi scrivere di un mondo con regole tutte sue che esiste all'interno di un dipinto astratto. Puoi scrivere di una macchia di sugo su una tovaglia che all'improvviso prende vita. Puoi scrivere di un regno incantato tra le nuvole. Puoi scrivere di un bambino che, osservando le forme variopinte sul fondo di un caleidoscopio, viene risucchiato al suo interno e vive chissà quale avventura.



Ora tocca a te. Stupiscimi. Incantami. E ricorda che l'ispirazione si può trovare nel più quotidiano e impensabile degli angoli di cielo.

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