giovedì 11 maggio 2017

Dalla memoria alla pagina

Perché fare un esercizio di descrizione a memoria? Perché senza memoria, non esiste una storia.

Pensa a quante volte hai raccontato il tuo fine settimana a un amico. O a come gli spieghi la trama di un film. In fondo, le prime storie della nostra specie erano memorizzate e tramandate oralmente.

Lo sforzo di ricordare un paesaggio e descriverlo senza guardarlo, anche quando ti basterebbe poco per poter dare un'occhiata, non è quindi inutile. Spesso ti sfugge proprio quello che hai sempre di fronte agli occhi. Non capita a tutti di dare per scontato ciò che è noto? Di scorgere solo le differenze rispetto al solito, le incongruenze che spiccano sullo sfondo del quotidiano.

E invece stavolta ti chiedo di non dare nulla per scontato. Di guardare con occhi nuovi, come se vedessi per la prima volta il paesaggio fuori dalla tua finestra. Come lo racconterai? Meglio pianificarlo in anticipo: dopo i due minuti, non potrai tornare a guardare per scegliere un diverso percorso visivo. Puoi partire dal basso, o da ciò che è più vicino, per poi innalzare o spingere più in là lo sguardo. Puoi scegliere di descrivere da destra a sinistra, o da sinistra a destra. O puoi saltare di dettaglio in dettaglio, seguendo l'ordine di ciò che ha attirato per primo il tuo sguardo.

A meno che tu non possieda una memoria eidetica, può tornarti utile una tecnica per memorizzare ciò che vedi. Immaginare di dipingere un quadro, ad esempio, o cominciare già a descriverlo nella tua testa, magari associando man mano ogni particolare a un elenco che ti sia noto (le carte di un mazzo, le stanze della tua casa), oppure inventando una storia incentrata su di essi. Anche se alla fine dovrai descrivere e non raccontare, infilarli in una sequenza logica è utile per tenere a mente ogni dettaglio.

Scendi nei particolari. Fatti molte domande. Alcune possono essere queste:
  • Che forma e che colore ha ciò che vedi?
  • Quanto è grande?
  • È naturale o costruito dall'uomo?
  • È un organismo vivente (vegetale o animale)?
  • Di che materiale è fatto?
  • È statico o si muove? In quale direzione?
  • È un pezzo unico o è composto di più parti?
  • Emette un rumore, e se sì quale?
A seconda del tipo di paesaggio che ti trovi davanti, puoi aggiungere o togliere le domande che ti sono più utili.

E quando è il momento di metterti a scrivere, sii preciso. Non un albero, ma un gelso. Non un gatto, ma un persiano. Non rosso, ma carminio. Fai in modo che chi legge la descrizione senza conoscere il paesaggio possa percepire ogni dettaglio. In questo modo non allenerai solo la tua memoria e la tua capacità descrittiva, ma anche la tua immaginazione: la prossima volta che inventerai un ambiente fittizio per le tue storie, sarai in grado di crearlo in ogni dettaglio, e renderlo così più vivido e reale sulla pagina.

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