sabato 16 marzo 2019

Tralignare

Sarò io, ma in questo vocabolo leggo tutta la ribellione, la sfida e l'avventatezza di chi sceglie di oltrepassare la linea.

Tralignare [tra-li-gnà-re] v.intr. (aus. avere o essere; 1a pl. traligniamo) [sogg-v-prep.arg] Allontanarsi dalla retta via o dalle tradizioni familiari, deviare, degenerare.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Per il sapore antico della parola e del suo significato, lo vedrei bene usato da un personaggio o da un narratore anziano, colto, o appartenente a un'epoca del passato. E così, mentre cercavo il personaggio e la situazione adatti in cui calarlo, mi sono imbattuta in qualcuno i cui trascorsi non avrei mai immaginato di approfondire.


Non ero certo che la fanciulla di nome Samasa fosse la scelta giusta per la Biblioteca. Ovviamente nella sua anima la luce e l'oscurità si compensavano, facendo di lei una perfetta custode neutrale, come ci si aspettava dall'essere umano destinato a quel ruolo. E, come coloro che l'avevano preceduta, Samasa era inesplicabilmente in sintonia con il sapere della Biblioteca, tanto da riconoscere per istinto il libro adatto alle necessità del richiedente, che esso giungesse dalle pure infinità celesti o dalle profonde fiamme della dannazione.
Ma in una cosa Samasa tralignava dalle caratteristiche dei suoi predecessori: Samasa sapeva leggere.
La Biblioteca non aveva mai avuto una bibliotecaria che potesse comprenderla e amarla così tanto. Gli altri, quelli che erano venuti prima, lo avevano fatto per senso del dovere, per l'onore che ritenevano l'essere stati chiamati a quello scopo dai poteri più alti. Lei lo faceva per appagare la sua insaziabile curiosità.
Così, mentre svolgeva il suo compito, Samasa apprese da un libro a manipolare le energie della natura, da un altro, a dare coscienza e parola agli animali. Sperimentò ciò che aveva letto su un gatto e un pipistrello trovati nel giardino della biblioteca, facendo di loro i suoi famigli. Gli altri, sia i miei compagni di luce che le ombre che strisciavano tra gli scaffali, plaudivano ogni suo successo e ogni suo nuovo sforzo di trascendere la natura umana per mezzo del sapere racchiuso nella Biblioteca.
Io, invece, guardavo con orrore alla meta a cui quel cammino l'avrebbe condotta.
Chiunque frequentasse la Biblioteca era a conoscenza del Libro Proibito. Quello era il solo libro in tutta la Biblioteca che né i lucenti né gli oscuri potevano toccare, un libro sulle cui pagine era custodito il segreto di un potere talmente spaventoso che persino Dio aveva preferito nasconderlo. Mi auguravo che la curiosità e l'ambizione di Samasa non la spingessero a tralignare dal rispetto che tutti noi avevamo per la proibizione divina.

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