lunedì 18 marzo 2019

Personaggi: Anyla

I primi due personaggi che mi vengono in mente se penso ai miei esempi di Prescelti... non li posso presentare. Rischio di rivelare troppo delle loro storie: uno dei due non si sa chi sia fin quasi alla fine, l'altro nemmeno si sa che esiste. Quindi, tocca ripiegare su qualcuno che ho già più o meno presentato
in quel ruolo nel blog, e che viene ritenuto speciale da altri personaggi abbastanza presto... anche se non se ne rende conto.

Immagine creata con Mega Anime Avatar Creator di Rinmaru Games


Anyla all'inizio della storia è una bambina di pochi anni, trovata da un cacciatore nella foresta. Di lei non si sa nulla, nemmeno il nome, perché Anyla, "figlia della foresta", è il quello che ha scelto per lei il suo padre adottivo. L'unica cosa che la lega alle sue origini è un medaglione con un simbolo proibito, un simbolo di potere che nessuno dovrebbe indossare. Questo la fa riconoscere, da qualcuno più colto di Arg, come "la bambina della profezia", appartenente alla stirpe antica. Privata del medaglione e resa schiava per impedire l'avverarsi della profezia, Anyla viene inconsapevolmente aiutata dalla principessa Skalyssa a realizzare il suo destino.
Anche nel caso di Anyla non ho mai scritto una sua descrizione. Per certo so che non ha i capelli neri, poiché Skalyssa viene descritta, dal punto di vista di Anyla, come "la bambina con i capelli neri"; inoltre, per la sua condizione di schiava siahta è obbliga a indossare dei bracciali particolari sugli avambracci e a tenere sempre le braccia scoperte affinché siano ben visibili. Di carattere schivo, gentile e obbediente: così è stata cresciuta dalla sua seconda madre adottiva, la siahta Eme. Anyla può sognare solo in segreto una vita diversa, che però non si illude di poter avere. Almeno, finché non scopre la verità che le è stata tenuta nascosta.


Questi i brani già scritti in cui compare Anyla:
Arg trova Anyla nella foresta
Skalyssa porta Anyla allo Specchio della Vita


L'esercizio richiede di scrivere il momento in cui al Prescelto viene rivelato di essere tale. In parte per Anyla questo momento arriva la prima volta che si trova di fronte allo Specchio della Vita, ma lei rifiuta la rivelazione, ed è solo in seguito che ne diventa consapevole e accetta il suo ruolo. Quindi ho deciso di scrivere di questo secondo incontro con lo Specchio.


Quando vediamo qualcosa che ci spaventa, la prima reazione istintiva, benché inutile, è quella di chiudere gli occhi. Inutile, poiché ciò che ci ha spaventato non scompare per il semplice fatto che non riusciamo più a vederlo. È ancora lì, in tutta la sua sconcertante esistenza. E, dal momento che abbiamo gli occhi chiusi, siamo alla mercé di ciò che ci spaventa, e l'unica cosa che ci resta da fare è chiederci che cosa sarà di noi.
Anyla aveva chiuso gli occhi, la prima volta che le voci dello Specchio le avevano parlato. Aveva scelto di ignorarle, e aveva cercato di dimenticare ciò che aveva visto e udito nella grande sala dello Specchio. E in parte ci era riuscita, ma da quando si era trovata di fronte a quell'immensa finestra sulla sua anima, i bracciali del serpente le erano parsi più stretti che mai.
Non avrebbe voluto tornare a guardarci attraverso. Ma la regina Skalyssa l'aveva dapprima supplicata, poi le aveva ordinato di seguirla. E Anyla non aveva potuto fare altrimenti.
– Non so più cosa fare, Any – le aveva confessato la regina. – Tu hai visto qualcosa. Hai detto che hai visto qualcosa. E sentito. Io non lo sento, ma tu... tu puoi guardare per me e dirmi se vedi qualcosa che mi può aiutare?
– Nulla di ciò che ho visto ti può essere d'aiuto, mia regina – rispose Anyla in tono dimesso, mentre la seguiva oltre le grandi porte della sala dello Specchio. Subito fu sopraffatta dai bisbigli, dalle innumerevoli voci confuse che provenivano da quella superficie abbacinante che rifiutò di guardare, come aveva già fatto tanti anni prima.
– Sciocchezze. L'ho letto in un libro, un libro antico. "Lo Specchio della Vita parlerà alla vera regina nell'ora più buia". Tu sei la mia siahta. Quindi è a me che lo Specchio sta parlando, quando ti parla. – Skalyssa si voltò e scorse Anyla con gli occhi chiusi e le mani alle tempie. – Lo stai sentendo, adesso, vero? Dimmi che cosa dice.
Anyla annuì. La maggior parte delle voci mormoravano frasi sconnesse, ma alcune le si stavano rivolgendo direttamente. Ripetevano "regina, regina"... ma il nome che seguiva quella parola non era quello di Skalyssa. Anyla esitò qualche istante, prima di ribattere: – Sì. Ma non ti piacerà, quello che dice.
– Può salvare il regno? – la interrogò Skalyssa. A un ulteriore cenno affermativo da parte di Anyla, la esorto: – Allora parla.
Anyla alzò la testa e aprì gli occhi. Senza dire nulla, si incamminò lungo la rampa che conduceva al centro dello Specchio. Lo Specchio della Vita la stava chiamando con un nome che Anyla non conosceva, ma che sapeva appartenerle da prima di essere una siahta, da prima di essere l'orfana figlia della foresta. Tese la mano alle immagini cangianti che attraversavano la superficie d'argento, fuggevoli come fantasmi. Da vicino, la superficie stessa pareva ribollire come l'acqua di un calderone.
– Non lo toccare! – l'avvertì Skalyssa, allarmata, dalla base della rampa. – Chiunque lo tocchi, muore.
Anyla si voltò e le sorrise. – Non io.
Ne era certa. Non era solo una promessa delle voci. Lei era nata per quel momento.
Anyla toccò lo Specchio della Vita, e le visioni si riversarono nei suoi occhi, e le voci si affollarono nella sua gola. E Anyla seppe davvero, finalmente, chi era.
Signora della terra e del mare.
Figlia della stirpe antica.
Regina Marpeleysan.

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