sabato 3 febbraio 2018

Bramire

Finalmente, dopo mesi di assenza, un verbo! Bramire, da non confondere con bramare, che ha tutt'altro significato.

Bramire [bra-mì-re] v.intr. (aus. avere; bramisco, bramisci ecc.) [sogg-v] Emettere bramiti, riferito ad animali selvatici, specialmente ai cervi.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Ho fatto questo ragionamento: se si sente bramire, è molto probabile che ci sia un cervo; se c'è un cervo, allora è plausibile essere in una prateria o un bosco. E se qualcuno è in un bosco dove c'è un cervo, è possibile che sia un esploratore, un osservatore della fauna selvatica o un cacciatore. Se io fossi il cervo, comincerei a sperare di non essere nella favola di Biancaneve!


Arg era uscito da solo quel giorno, poiché era il giorno degli spiriti, e nessun altro aveva osato mettere il naso fuori di casa. Arg non si era mai ritenuto un uomo coraggioso; ma era un uomo affamato, e la fame in certi casi poteva essere un valido sostituto dell'ardimento. Così, Arg non solo aveva lasciato la propria casa, ma si era addirittura inoltrato nel bosco.
Gli abitanti del villaggio dicevano che il bosco era pieno di strane presenze nel giorno degli spiriti, di ululati e lamenti misteriosi, di volti spettrali che osservavano tra i rami, di mani gelide pronte a ghermirti. Arg non aveva visto nulla di tutto ciò, però teneva una freccia pronta e l'arco stretto in mano.
Arg avvertì un bramito lungo e cupo e lo scambiò per uno di quei lamenti da spettri di cui aveva sentito parlare. Il cacciatore pensò di tornare indietro, ma le gambe non gli obbedirono e andarono avanti. Arg scorse la sagoma tra i tronchi. Nel rendersi conto che era solo un cervo quello che bramiva, gli sfuggì dalle labbra una risata nervosa.
Il cervo voltò il muso, vide Arg, e scalpitò nervoso. Era la stagione degli amori e delle lotte; così, di fronte al cacciatore, il cervo non scelse la fuga, ma abbassò il palco di corna ramificate e caricò l'intruso. Arg voleva andare via, ma di nuovo le gambe non gli obbedirono e lo tennero inchiodato dove stava.
In seguito, Arg raccontò che il bosco si riempì di cervi che bramivano, spuntati da chissà dove per riunirsi in quel concerto assordante, e che quello che lo stava caricando si placò alla comparsa di una donna che somigliava così tanto ai ritratti di Carecnus al Tempio, che Arg intuì non potesse essere altri che la dea della caccia in persona. Lei condusse via il cervo, e Arg li seguì, e fu così che trovò la bambina che adottò e chiamò Anyla.
Arg era partito per trovare da mangiare, ma era tornato con una bocca in più da sfamare. Sua moglie Lami non ne fu contenta, ma quello era il volere di una dea, perciò dovette arrendersi e accettare Anyla.

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