sabato 23 marzo 2019

Uosa

No, nessun refuso nel titolo. Non è "uova", non è "a iosa", non è "osa". Ma allora, questa strana parola che cosa vuol dire? Per svelare il mistero, continua a leggere!

Uosa [uò-sa] s.f. (spec. pl.) 1. Sorta di stivale molto alto, usato anticamente; anche, calzare metallico delle antiche armature. 2. Ghetta.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Photo by Daria Shevtsova from Pexels



Non ho trovato alcuna immagine del primo tipo di calzatura, perciò ho optato di usare il termine solo nel suo secondo significato. In questo caso può indicare un copri stivale o copri scarpa con una ghetta che si allaccia sotto la suola, il che mi ha ispirato la domanda: e se non fosse usato per coprire una calzatura ma... qualcos'altro? E così è nato questo brano.


Demi non si vedeva, perciò non mi restava altro da fare che esplorare da solo il campo per capire in che razza di posto ero finito. Sbirciai in giro, perso nel labirinto di tende e caravan sgangherati e strambi quanto i loro abitanti. Una donna con occhi e coda da gatto, fasciata in un costume di pelliccia tigrata, mi soffiò contro nell'incrociarmi in direzione opposta. Mi girai a guardare la coda dondolante, e mi chiesi se fosse vera, o se era solo legata a una mano con un filo di nylon. In quel posto, i confini tra realtà e finzione si facevano più sottili, ed era difficile capire dove fossero esattamente.
Gironzolando senza meta ritrovai il camper dove avevo visto le due zingare dagli arti strani giocare a carte. Quella con gli zoccoli caprini era seduta sui gradini d'ingresso, china sui suoi piedi, la gonna sollevata sulle ginocchia. Mi avvicinai, e vidi che stava allacciando le stringhe di un paio di uose di cuoio.
Non capivo a cosa servissero a una donna con piedi del genere.
– Che fai? – le chiesi.
La zingara mi guardò scocciata. – Non si vede? Mi preparo per andare in città.
Feci una smorfia e mi grattai la testa. – Sul serio?
Mi pareva strano che Antares non avesse da ridire sulla gita. Una donna con zoccoli al posto dei piedi era abbastanza bizzarra da attirare l'attenzione. – Mi era sembrato di capire che il segreto di questo posto dovesse restare, beh... un segreto.
La donna mi rivolse un sorriso beffardo. – E secondo te, perché me le sto mettendo?
Indicò le uose, poi tirò il bordo inferiore fino a terra. A un'occhiata distratta parevano comuni stivali, e una volta che ebbe sistemato la gonna non si notava più che le sue calzature non avevano la suola.
– Bene. – La zingara afferrò un pacco di fogli. – Se permetti, vado a distribuire i volantini per lo spettacolo. Tu, invece, resti qui. Antares dice che non sei pronto per mescolarti di nuovo alla gente.
La guardai andar via. Io ero la persona più normale in quel campo di mostri. Cosa voleva dire che non ero pronto?

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