sabato 23 gennaio 2021

Glauco

Glauco [glàu-co] agg. (pl.m. -chi, f. -che) 1. lett. Di un colore intermedio tra il celeste e il verde. 2. bot. Colore verde grigio di molte piante grasse.

Etimologia
: deriva dal latino glaucus, a sua volta derivato dal greco glaukos, "lampeggiante, scintillante", ma anche, in seguito, "verdeazzurro, ceruleo".

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Il cielo non sembra più così strano, pensò Silvia, mentre lo osservava seduta sulla Cresta Orientale. Sopra la sua testa l'atmosfera conservava una sfumatura glauca, più intensa verso l'orizzonte, ma era decisamente molto più terrestre rispetto al verde smeraldo che aveva sovrastato le giornate trascorse ad arrancare lungo la "via sicura" che tagliava in due il Deserto Rosso. Chissà da cosa dipende questa differenza... Silvia si rammaricò di non avere un libro di chimica, o un accesso a internet, per poter fare una ricerca e trovare la spiegazione di quel fenomeno. Tutto quello che conosceva era rimasto ad anni luce di distanza, e lei era da sola sotto nuvole che correvano impossibilmente veloci, che striavano quella patina verdazzurra e si disfacevano in un battito di ciglia. Anche quel dettaglio, da solo, era la conferma che quello non era il cielo di casa.
Non sei sola. Il pensiero le giunse nitido come una voce sussurrata all'orecchio, consolatorio come una carezza. Silvia si crogiolò al suono familiare di quella voce nella sua testa, finché non distolse gli occhi dal moto incessante delle nuvole e si rese conto che William l'aveva inteso in modo letterale. Silenziosi, veloci, attenti, i bambini kamlikh, o almeno un gruppetto di loro, l'aveva circondata.
Adesso, replicò Silvia al pensiero del ragazzo, impegnato chissà dove tra la rete di grotte e ponti sospesi che costituivano la casa del clan. Avresti dovuto dire "non sei sola adesso".
Uno dei bambini le si avvicinò, accovacciato su gambe così lunghe da farlo sembrare una rana. Aveva occhi color acquamarina, molto chiari, ma con un tocco di verde tale da renderli della stessa tinta glauca del cielo.
– Occhi-di-cielo – ricordò Silvia, e lo pronunciò nella loro lingua. Non aveva ancora memorizzato i nomi di tutti, ma almeno quelli dei bambini più piccoli, che non avevano ancora scelto un nome per conto proprio, rispecchiavano per la maggior parte caratteristiche fisiche ed erano quindi i più facili da ricordare.

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