sabato 30 gennaio 2021

Sacripante

Sacripante [sa-cri-pàn-te] s.m. 1. Persona di notevole corporatura, che fa esibizione della propria forza; spregiativo: gradasso, spaccone. 2. Persona furba, di grande destrezza.

Etimologia: deriva dal nome di Sacripante, personaggio della letteratura epico-cavalleresca, presente ne "L'Orlando innamorato" di Boiardo e "L'Orlando furioso" di Ariosto.


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Di guardia alla porta stava un sacripante di due metri, con un'armatura che sembrava essere stata modellata sui suoi muscoli, la crapa pelata e una folta barba rossiccia, che non mi sarei stupito di scoprire imparentato con un gigante. Quando Alcyone ebbe oltrepassato la soglia, mi si parò davanti, e con un vocione stentoreo annunciò: – Tu no.
– Senti, coso – gli puntai un indice contro, e racimolando tutta la sfacciataggine di cui ero capace nei miei momenti migliori, proseguii: – Non ho fatto tutta questa strada assieme alla ragazza per essere fermato da un tirapiedi. Dove va lei, vado io, e inoltre ho un affare per le mani, estremamente remunerativo, da proporre al tuo capo.
Il sacripante mi guardò dall'alto in basso con l'aria stolida di chi non ha capito la metà delle parole che avevo detto. Sì, doveva proprio avere sangue di gigante nelle vene, e un bel po', anche.
– Non vorrai dover spiegare al tuo capo come mai è rimasto fuori dall'affare del secolo, vero? Ci sono molti, molti soldi in ballo.
Ovviamente non avevo intenzione di rivelare l'esistenza della seta di Potior al tizio che aveva comprato Alcyone. Storia lunga, lei all'epoca era trasformata in un cigno e l'intera faccenda era una truffa organizzata dalle sue sorelle.
Ma, tornando a noi, l'energumeno non accennava a muoversi. Quando lo vidi alzare gli occhi con indifferenza, pensai che fosse giunto il momento per un altro approccio. Non c'era spazio sotto le sue gambe, ma uno spiraglio al fianco sinistro, tra lui e lo stipite, era abbastanza largo da consentirmi di svicolare e oltrepassarlo. Mi mossi, feci una finta dall'altro lato, poi mi gettai da quella parte, ma in qualche modo il mio naso andò a sbattere contro il suo palmo enorme.
– Ho detto: tu no – ripeté quell'armadio d'uomo, con la mano ancora tesa in avanti a indicarmi l'alt.
– E va bene, va bene – mormorai, tenendomi il naso. Non mi piaceva sapere che Alcyone era da sola con quel tizio inquietante, ma per il momento non avevo alternative.

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