giovedì 18 ottobre 2018

La cosa più difficile

Ho una confessione da fare: il post del giovedì subito dopo la sfida è la cosa più incredibilmente difficile da scrivere per me. Ho già raccontato di come le scene d'azione, e di combattimento in particolare, non siano facili quanto un dialogo o una descrizione. Ebbene, questo che sto scrivendo ora è molto più complesso.

Ognuno di noi ha la sua bestia nera in scrittura. C'è chi non sopporta le descrizioni e le evita il più possibile. C'è chi arranca con i dialoghi e ha problemi nel renderli interessanti e verosimili. C'è chi fatica a inventare qualcosa che non esiste o non ha mai visto, e preferisce narrare una versione più o meno romanzata della propria vita. Questi ultimi devo confessare che un po' li ammiro, perché è proprio ciò che non riesco a fare. Spogliarmi di questo scudo che mi sono costruita. Fare un passo avanti e mettermi sotto i riflettori. Che scritto da me è proprio buffo, perché... ecco, ho esitato a scriverlo, ho dovuto interrompermi ma ora prendo coraggio e lo metto qui, nero su bianco: ho seguito un corso di teatro alle superiori. Tutti e cinque gli anni. Ma recitare una parte, ripetere frasi imparate a memoria, è molto più semplice che essere me stessa e improvvisare.

Dire quello che penso su un determinato argomento, anche se si tratta di qualcosa che mi entusiasma così tanto come scrivere e ideare storie (o forse, proprio perché è così tanto parte di me) mi rende nervosa. Ogni volta mi chiedo: questo è davvero così interessante anche per qualcuno che non sono io? Con questa riflessione sono sul serio d'aiuto, o almeno posso dare un punto di partenza su cui chi mi legge può farsi una propria idea? Non è che sto scrivendo cavolate? No, questo è troppo personale, non posso metterlo! Insomma, come se stessi camminando su un letto di spine, ogni frase è una sofferenza. E l'unico conforto che ho, l'unico pensiero che riesce a indurmi a cliccare su pubblica e rendere tutto ciò visibile, è dirmi "tanto ho fatto troppo tardi, a quest'ora non lo leggerà nessuno". Anche se in realtà non lo so, e magari stavolta a qualcuno verrà voglia di contraddirmi.

Riesco a rivelarmi solo nascondendomi. Nelle storie che scrivo, è vero, sono celati alcuni episodi derivati dalla mia esperienza, ma sono circondati da così tante invenzioni della fantasia che è quasi impossibile rintracciarli per chi non mi conosce. È fin troppo comodo scrivere di me così. Ma quando si arriva al dover condividere una breve biografia, come dovrò fare dal momento che sto preparando una delle mie storie per la pubblicazione... lo hai notato che non esiste una sezione "biografia" o "chi sono" in questo blog? Ecco la mia vera sfida. Ciò che più mi spaventa scrivere. Il mio limite. Il territorio al di fuori della mia zona di comfort.

Ho cominciato questo post con una confessione, e voglio finirlo con una promessa. Prometto che scriverò quella biografia, e la renderò pubblica, cosa ancora più difficile, nel prossimo post di questo genere, il giovedì dopo la prossima sfida. Perché non si impara molto scrivendo ciò che riesce già facile, ma solo cercando di superare i propri limiti, di avventurarsi in un territorio inesplorato. E tu che hai letto fin qui, se davvero ci sei, vorrei esserti di sprone. Qualunque sia la tua passione, che sia la pittura, o la musica, o lo sport, o la scrittura, cerca qualcosa che ancora non riesci a fare, che ti sembra difficile ma non impossibile. Qualcosa che almeno un po' ti spaventa affrontare. E impara a farlo. Perché questo è l'unico modo per crescere e migliorarti in  ciò che ami fare.

Bene, e ora che ho scritto tutto, mi dirò che tanto non lo leggerà nessuno, chiuderò gli occhi e cliccherò su pubblica. Spero solo di centrarlo a occhi chiusi. Ma forse è meglio che prima lo rilegga un'ultima volta? Sì, un'ultima rilettura per altri mille dubbi.

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