sabato 6 ottobre 2018

Rubizzo

Ti è mai capitato di essere assolutamente convinto che una parola abbia un determinato significato, per poi scoprire che la confondevi con un'altra? Ebbene, per me è stato così con questa, che avevo scambiato per rubicondo, che invece significa "di colore rosso acceso".

Rubizzo [ru-bìz-zo] agg. Vigoroso e di aspetto ancora florido, detto specialmente di persona anziana. Arzillo, prestante.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero


Adesso tocca al racconto che scriverò il compito di ricordarmi una volta per tutte che cosa vuol dire rubizzo! E pensando a quale personaggio associare questo termine, quello che mi viene in mente è un mentore. Bastava solo sceglierne uno.


Vesta non era mai stata al Tempio del Fuoco.
Visto da fuori, l'edificio era spaventoso per una bimba della sua età. Era alto, massiccio, con una grande porta e nessuna finestra. Dentro era anche peggio: oscuro, soffocante, con torce che si protendevano dalle colonne emanando uno strano odore d'erba bruciata e crepitanti sussurri. Vesta tossì mentre suo padre la trascinava avanti, verso un vecchio rubizzo che vestiva una tunica rossa dalle ampie maniche.
Il padre di Vesta si fermò e la trattenne di fronte a quell'uomo dal sorriso inquietante che era di sicuro più vecchio di suo padre, vecchio forse quanto i suoi nonni, anche se non lo sembrava. Vesta non lo sentì lamentarsi o scricchiolare quando si piegò su di lei e disse: – Così è questa la bimba di cui tutti parlano.
– Sì – rispose il padre di Vesta. – Ha toccato le fiamme senza bruciare. È una strega, è maledetta. Non ho mai adorato il fuoco, ma solo voi la potete salvare. Vi darò quello che volete in cambio.
– Se dev'essere salvata, intendete. Questo è da vedere – replicò il Custode del Fuoco, muovendosi svelto attorno all'altare. Vesta alzò gli occhi quando si accosciò accanto a lei e mormorò: – Ho una cosa per te, bambina. Chiudi gli occhi e porgimi la mano.
– È qualcosa di buono? – chiese Vesta.
– Oh, lo sarà. Ma voglio che sia una sorpresa. Ti piacciono le sorprese?
Vesta annuì e fece come le aveva detto. Non trasalì quando il Custode trasse dalle lunghe maniche un tizzone e lo depositò sul suo piccolo palmo. Ma quando sentì suo padre trattenere il respiro e il Custode mormorare un ringraziamento a Neerea, Vesta aprì gli occhi e osservò incuriosita quel pezzetto rosso brillante sulla sua mano. Tenerlo la faceva sentire bene, al sicuro, anche se le avevano detto che non doveva essere così.
– L'ho trovata, finalmente. – Il Custode si alzò. – Uomo, tua figlia non è maledetta: è una prescelta dalla Fiamma.
Ancora non sapeva Vesta che avrebbe imparato a chiamare quel luogo spaventoso "casa", e l'uomo rubizzo "maestro".

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