giovedì 9 maggio 2019

Il dizionario è tuo amico

Quand'ero bambina, e leggendo incontravo una parola sconosciuta, mi rivolgevo a mia madre. "Mamma, mamma, cosa vuol dire questa?" Immancabilmente, la sua risposta era: "Cercala nel dizionario." A quel punto correvo nella mia camera e tiravo fuori dal suo posto, incasellato nella libreria, un libro spesso e tozzo dalle pagine sottili, con una copertina rigida e bruna come la corteccia di un albero: un vecchio Devoto-Oli edizione 1979 che conservo ancora e che allora mi pareva enorme e pesante, mentre oggi mi sembra incredibilmente piccolo. L'inconveniente di dover mettere giù il libro che stavo leggendo e andare in un'altra stanza per sfogliarne uno molto meno interessante, quando ero assolutamente certa che mia madre conoscesse la parola che cercavo, mi appariva come un'imposizione assurda. Sarebbe stato molto più semplice ricevere una risposta diretta e tornare subito alla mia pagina ma no, non funzionava così. E oggi sono pronta a riconoscerlo: meno male.

Meno male che ho imparato a cercare le risposte, a essere curiosa, a non fidarmi del resto della frase per dedurre a naso il senso di una parola sconosciuta, e a trattare il dizionario come un amico al quale far visita spesso. Oggi, tra l'altro, non ci sono più scuse. Dovunque tu stia leggendo, non importa se in treno, in una sala d'attesa, o sulla spiaggia, non hai bisogno di correre in una stanza lontana chilometri quando hai a disposizione uno smartphone. Basta una rapida ricerca, ed ecco che l'arcano di una parola misteriosa è subito svelato.

Non hai scuse nemmeno quando scrivi. A meno che tu non stia prendendo appunti per te stesso, dovresti essere certo che le parole che usi corrispondano a ciò che intendi dire. Se hai un dubbio, anche minimo, consulta il dizionario. E se non hai dubbi, fai leggere a qualcuno ciò che hai scritto, possibilmente qualcuno al di fuori della tua cerchia di amici: qualcuno con il quale non corri il rischio di condividere l'uso di una parola con un senso diverso da quello che le attribuisce il dizionario. Può capitare, e più spesso di quanto pensi. Le parole sono una serie di lettere associate a sequenze di suoni con uno o più significati arbitrari, e può accadere, per caso o per scelta consapevole di un gruppo ristretto, che alcune di esse vengano utilizzate in contesti e con significati nuovi, che nessun altro riconosce. Pensa allo slang giovanile, o al gergo criminale: sono fatti apposta per riconoscersi all'interno del gruppo e allo stesso tempo escludere tutti gli altri. Ma quando scrivi, a meno che tu non stia trattando uno di questi argomenti (nel qual caso è scontato che i personaggi useranno il loro codice), lo fai per essere compreso. Quindi, in un mondo di significati arbitrari, l'unico modo per ridurre al minimo le incomprensioni è che tutti quelli che le leggono o le ascoltano siano d'accordo su che cosa vogliono dire. E qui si torna al dizionario, se non vuoi rischiare di ottenere un involontario effetto comico come quelli qui sotto, tratti dal libro Soulcrystal: Volume 1 di Alessandra Toti che ho recensito un paio di settimane fa.


"mimando indifferenza", quando i mimi discreti mimano un muro, quelli veramente bravi, un muro d'indifferenza ➔ corretto diventa "fingendo indifferenza"

"lambire certi dolori", ovvero, come sfiorare un tasto dolente... ➔ dal contesto si intuisce che s'intende "lenire certi dolori"

"Arco, freccia, mira e schiocca" (oh, no! Chi ha portato di nuovo le frecce rumorose?) ➔ dovrebbe terminare in "mira e scocca"

"sentiero convenzionato" sul quale gli scoiattoli vi lasceranno passare in cambio di tre sole ghiande! ➔ trattandosi di un bosco, era un "sentiero battuto"

"spense la stizza nel posacenere", quando si dice che la rabbia brucia... ➔ qui c'è pure la scelta tra i due sinonimi ugualmente validi "spense la cicca/il mozzicone"

"quel trucco così pensante", che a riflettere è il migliore ➔ può essere un refuso di "quel trucco così pesante"

"non sarei riuscito a spiaccicare una sola parola": e meno male, povere parole! ➔ termina in realtà con "spiccicare una sola parola"

"il sangue che usciva a flotte" (oh guarda, velieri di sangue, e galeoni, e cacciatorpediniere, e portaerei, e pure transatlantici di sangue!) ➔ anche se per un taglietto sul dito mi pare esagerato, l'espressione da usare è: "usciva a fiotti"


Un'ultima precisazione: non ti fidare di un "mi sembra di ricordare di averlo letto da qualche parte", né della ricostruzione di una parola a partire dalle sue componenti, nemmeno se ti pare sensata. Non fare come quella ragazza che pensava, dato che "incolore" significa "privo di colore", di poter descrivere un sole freddo come "incalore". Accorgendosi solo mesi più tardi, nel rileggere ad alta voce, che pareva piuttosto che quell'astro fosse entrato nella stagione degli amori.

Non fare come quella ragazza (che non confermo né smentisco di conoscere... ahem!). Consulta un dizionario. Il dizionario è tuo amico!

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