giovedì 30 maggio 2019

Personaggio: Jossintaur degli Erranti

L'idea era quella di presentare una persona amata completamente diversa da quella di lunedì. Inizialmente avevo immaginato una donna, qualcuno magari con un carattere opposto a quello di Jake. Leda e Helanna, da Penterra, erano due candidate possibili. Poi ho capito che la cosa più interessante non era un personaggio diverso, bensì un tipo di relazione diversa. E mi è venuto in mente lui:

Immagine creata con Mega Anime Avatar Creator di Rinmaru Games


Non lo avevo programmato, ma è stata una bella coincidenza. Sto idealmente "chiudendo" il cerchio aperto dalla prima tipologia di personaggi, ovvero la persona comune, presentando per ognuno dei due personaggi di allora quello di cui sono innamorate: Jake per Eilonwy, e per Lisa Segni, il mezzelfo Jossintaur. Solo che in questo caso, l'amore di Lisa è a senso unico.
La sua infatuazione inizia quando ancora non può toccare Jossintaur, che lei è in grado di vedere nonostante appartengano a due universi paralleli. Lisa lo definisce come: "di una bellezza indescrivibile tanto era perfetta. Giovane d'aspetto, esile e alto, con lunghi capelli biondi che scendevano in lievi onde appena al di sotto delle spalle, occhi verde smeraldo e pelle chiarissima. Il suo modo di muoversi era elegante, misurato e lieve, come se scivolasse o se danzasse; e la sua voce era pacata, tranquilla ma allo stesso tempo decisa e sicura: la voce di chi ha una missione da compiere. Avrebbe potuto fermare una tempesta con la sua sola voce, ne ero certa, e forse lo aveva già fatto. C'erano giorni in cui non mi sarei mai stancata di ascoltarlo o di guardarlo." È evidente quanto forte sia la sua cotta per questo "amico immaginario", e quando finalmente Lisa riesce a incontrarlo di persona... non è difficile immaginare l'esito a cui la conducono i suoi sentimenti.
In un certo senso, si può considerare Jossintaur come parte di un triangolo sfortunato, con Lisa innamorata di lui ma senza possibilità di essere ricambiata, e Jossintaur che pensa ancora a una persona del suo passato, una principessa che pur ricambiando il suo amore, non ha potuto stare con lui per doveri di stato.


Questi i brani già scritti in cui compare Jossintaur:
Una Bestia da catturare
In missione per Julian
Jossintaur, Sara, e il Lung
L'ultimo abitante di Laeverth
"Bentornata a casa, Emily"
L'addio a Sara
Jossintaur fa visita a Lisa molti anni dopo


L'esercizio richiede di scrivere un brano che rappresenta un punto cruciale della storia d'amore in questione. E quale evento migliore del momento in cui Lisa scopre la verità? Questo testo si colloca tra il penultimo e l'ultimo dei brani riportati sopra.


Jossintaur tese le braccia verso di me e mi aiutò a scendere dalla schiena del drago orientale. La testa mi girava ancora per il folle volo, e dovetti reggermi a lui per stare in piedi. Però ero orgogliosa di me: almeno per una volta non ero svenuta, né avevo vomitato appena toccato terra.
– Tutto bene? – mi chiese la sua voce cristallina. Era sempre così premuroso.
– Mh-mh – mugolai. – Meglio.
Jossintaur annuì, poi fece un cenno al drago e gli rivolse qualche parola in una lingua che non conoscevo, e che sembrava rendere ancora più magica la sua voce. Presumibilmente elfico, decisi. Nel fissare le sue orecchie delicatamente a punta, non più celate tra le onde della sua chioma bionda, mi sorpresi ancora una volta a chiedermi come avesse fatto a nascondermi il suo segreto per tutti quegli anni. E, soprattutto, perché. Insomma, Jossintaur era al corrente dei libri che mi piacevano. Sapeva che non poteva sconvolgermi scoprire che gli elfi esistevano davvero.
Una folata improvvisa agitò i nostri capelli. Staccai una mano dal braccio di Jossintaur per risistemarmi le ciocche e mi voltai: il drago orientale era già alto nel cielo, e ben presto divenne un nastro d'argento che si confondeva tra le nubi.
Eravamo da soli, sulla riva di un fiume, e davanti a noi si stendeva un'ampia prateria, una distesa d'erba ininterrotta e senza punti di riferimento. Eppure Jossintaur puntò il braccio a cui non ero aggrappata in una direzione precisa. – Laeverth è da quella parte, ce la fai a camminare?
Annuii.
– Arriveremo prima del tramonto, se ci muoviamo di buon passo. Scusa se non ho chiesto a Kirin di portarci più vicino, ma un Lung in volo è piuttosto facile da notare, e non volevo attirare cattive compagnie.
Annuii di nuovo, e gli sorrisi. Tanto non avevo fretta di tornare a casa. E più tempo con lui, nel suo mondo, per me era sempre una bella notizia.
Jossintaur si girò e fece per incamminarsi, ma io lo trattenni stringendo un po' di più il suo braccio. – Aspetta.
Si voltò.
– Io, ecco... – Mi grattai la nuca con una mano, mentre con l'altra ancora lo tenevo. – Volevo dirti grazie. Per avermi mostrato che mi sbagliavo, che non ho rovinato tutto nell'altra vita. Per essere rimasto dalla mia parte, anche se ti ho detto quelle brutte cose quando ero Emily...
"Perché sei la cosa più meravigliosa che mi sia mai capitata". Non lo dissi, ma lo pensai, e mi sentii le guance in fiamme.
– È il mio dovere, principessa. – La voce di Jossintaur suonò così dolce, calda e sincera, che non riuscii a trattenermi. Quella volta non scossi la testa contrariata, non gli dissi di non chiamarmi così. Invece, mi buttai su di lui. Gli cinsi il collo con le braccia, tirandolo un po' più giù mentre mi alzavo in punta dei piedi e spingevo le mie labbra contro le sue.
Le mani di Jossintaur si posarono sulle mie spalle, poi accadde l'impensabile: sentii che mi spingevano indietro. In modo delicato, senza troppa forza, certo, ma pur sempre nella direzione sbagliata.
Aprii gli occhi e lo fissai. La confusione sul volto di Jossintaur era buffa. Non gli avevo mai visto quell'espressione addosso. Immagino che poche cose riuscissero a sorprenderlo, e mi diedi della sciocca per averlo colto alla sprovvista.
Gli sorrisi e mi spinsi di nuovo in avanti, in cerca delle sue labbra. Una volta capite le mie intenzioni, Jossintaur non aveva un motivo al mondo per non baciarmi, o almeno così credevo. Ma lui continuò a respingermi.
– Lisa, no... Ascoltami, per favore, Lisa. Ascoltami – mi pregò lui, tenendomi indietro con una leggera pressione delle mani sulle mie spalle. Controvoglia, mi fermai e gli prestai attenzione. – So come posso sembrare, a occhi umani. Ma devi capire che sono più vecchio di quanto pensi. Nessuno di quelli che conosci nel tuo mondo può uguagliare la mia età, lo comprendi?
Mi strinsi nelle spalle. – E allora? Io ho vissuto due vite.
Intendevo dire che anch'io ero diversa da tutti quelli che conoscevo, ma lui equivocò. – Due volte poco più di dieci anni non sono paragonabili a...
Non lo lasciai proseguire. Tirai a me le braccia allacciate al suo collo, e mi sollevai un po' di più sulle punte, nel tentativo di forzare il suo blocco.
– Questo sta diventando imbarazzante... – mormorò Jossintaur, nel tenermi a distanza senza troppi sforzi, con gentilezza. Era la cosa più terribile, in tutta quella situazione: Jossintaur non aveva smesso un attimo di essere gentile. Di essere così meravigliosamente lui. Avrei potuto odiarlo se mi avesse trattato, almeno per un momento, in maniera sgarbata, se mi avesse mancato di rispetto o se non avesse continuamente modellato le sue parole e i suoi gesti attorno alle mie aspettative di come un cavaliere, e un eroe, dovesse apparire.
Non potevo non amarlo se lui si ostinava a rimanere così affascinante.
– Potresti essere mia figlia – mormorò Jossintaur: un altro argomento che non poteva distogliermi dalle mie mire. – Avresti potuto essere mia figlia. In un'altra vita, con altre regole. È così che ti ho sempre vista, Lisa: come la figlia che non ho avuto.
Alle sue ultime parole smisi ogni tentativo di spingermi in avanti e ricaddi sui talloni. Fissai i suoi bellissimi occhi, verdi e  seri, velati di malinconia. Che sciocca, io avevo sempre pensato che lui mi guardasse con quegli occhi perché non poteva raggiungermi e toccarmi, all'inizio, e in seguito perché non ricordavo del tutto l'altra vita, ciò che eravamo stati in quell'esistenza. E invece, il motivo era un altro.
– Ho amato tua madre, Sara di Laeverth, come nessun'altra donna al mondo – confessò Jossintaur. – E lei ha amato me.
Il fiume mormorava placido alle sue spalle, e attorno a noi la brezza scompigliava l'erba della prateria. Sciolsi un po' le braccia dal suo collo per permettergli di raddrizzarsi.
– Ma Sara era una figlia di Lae, futura sovrana di Laeverth. E la stirpe di Lae doveva proseguire intatta, per il bene della città. – Jossintaur sospirò. – Le sarebbe stato più facile infrangere il protocollo per sposare un umile ciabattino di Laeverth, un uomo povero e senza titoli, ma umano... piuttosto che unirsi a un ibrido come me, una creatura sterile, la fine della propria stirpe, nella maggior parte dei casi.

Nessun commento:

Posta un commento