giovedì 21 novembre 2019

Confessioni pericolose


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


"Non ti preoccupare, andrà tutto bene" era sicuramente la frase più pericolosa che potessimo pronunciare, date le circostanze. Risucchiati in un libro, catturati dai nativi, legati, bendati, e abbandonati nella Foresta Infinita brulicante di creaturine affamate: era ovvio che se anche uno solo di noi avesse osato dire una falsità del genere, o prodursi in una frase d'addio sdolcinata, non ne saremmo mai usciti vivi.
Prima che lui commettesse uno di quegli errori fatali, presi io l'iniziativa per fargli una confessione.
– E comunque, Robert, sappi che non ti ho mai amato. Anzi, ti ho sempre trovato insopportabile. Dio solo sa come ho fatto a resistere fino ad adesso.
– Che cosa? Ti sembra il momento per dirmi una cosa del genere?
– Certo – ribattei. – Questo è proprio il momento di ricordarti che non abbassi mai la tavoletta del water, che lasci i tuoi calzini sporchi dappertutto, e... di come spremi il tubetto del dentifricio, vogliamo parlarne?
Ecco fatto. Stavamo litigando. E, come insegnano i film, la gente non muore mai mentre litiga, soprattutto se lo fa per qualcosa di banale. Eravamo salvi, o almeno speravo.
Dovevo solo cercare di mantenere la nostra scena a un livello accettabile di comicità, ed evitare a tutti i costi di inserire elementi toccanti come un passato tragico, un rimorso per qualcosa in sospeso o, Dio non voglia, dire a Robert che gli volevo bene. Quelle tre parole erano la principale causa di morte in una storia, ed essendo noi finiti in una storia, era di fondamentale importanza evitarle.

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