sabato 3 febbraio 2024

Incontestabile

Incontestabile [in-con-te-stà-bi-le] agg. Che, per la sua evidenza, certezza ecc. non può essere messo in discussione, confutato.

Etimologia: composto dal in, prefisso con funzione negativa, e contestabile, dal verbo contestare, che deriva dal latino contestari, "chiamare a testimoniare, intentare un processo con la citazione dei testimoni" a sua volta composto da con, particella indicante mezzo, strumento, e da testis, "testimone".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di KATRIN BOLOVTSOVA da Pexels


Non ero più un essere umano, e questo era un fatto incontestabile.
Lo sentivo nella mia carne. Percepivo ogni parte di me, le mie dita, i miei piedi, le braccia, le ginocchia, il naso, come un'entità separata che si muoveva all'unisono, e sapevo che sarebbe bastata un'idea, un guizzo della mia mente, per mutarle davvero in entità distinte, seppure unite da una sola mente: uno sciame di farfalle, uno stormo di rondini, un banco di pesci, un groviglio di serpenti.
Non mi ero fermato a pensarci, prima, spinto dall'urgenza di seguire il più in fretta possibile le sue istruzioni, di fare quanto era necessario per guarirlo, ma una volta esaurito il mio compito, nel tempo dell'attesa, la verità di quel mutamento mi colpì come un lampo di luce accecante.
Non ero più un essere umano.
Lui si sedette accanto a me, sul letto in cui mi aveva tenuto prigioniero. Nessuna corda avrebbe più potuto trattenermi, e anche questo era incontestabile. Non si può catturare chi non ha né un nome, né una forma.
Fissavo le mie mani nel riflettere su tutto questo, così quando mi sfiorò le dita con le sue vidi che la sua pelle non era più screpolata e rugosa come la vernice di un vecchio quadro, era... normale, almeno in apparenza, umana.
Anche se lui, a differenza di me, non lo era mai stato.
– Come ti senti? – mi chiese, e anche la sua voce era diversa, più sicura, calda, coerente, la voce di una mente più lucida. Ecco com'era davvero, come non lo avevo mai conosciuto in quei giorni di tormento e agonia per entrambi.
– Vivo – gli risposi, ed era la verità. – E tu?
Lui rise e si chinò in avanti, e in un istante fu una grossa pantera, poi si scompose in uno sciame di scarabei iridescenti, che turbinarono in un volo ravvicinato fino a ricompattarsi nella figura di un uomo in piedi.
– Vivo – disse, e mi tese la mano.

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