sabato 16 marzo 2024

Subitaneo

Subitaneo [su-bi-tà-ne-o] agg. Che avviene o si manifesta all'improvviso, in modo rapido; repentino.

Etimologia: dal latino subitaneus, da subitus, "repentino, improvviso".


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Nikolett Emmert da Pexels


L'attacco fu subitaneo, e inarrestabile.
Non avevo mai visto la magia, perciò non la temevo. Ai miei occhi era qualcosa di astratto, di impossibile, come una storia che si racconta ai bambini. Non era affilata come una spada, né rapida come una freccia, né pesante come un mazza ferrata. Conoscevo le armi. Conoscevo il loro potere offensivo, nelle mani giuste, e sebbene nel castello non vi fosse un solo cavaliere che pensavo mi fosse superiore o che potesse almeno tenermi testa, salvo mio fratello che nei giorni buoni riusciva a eguagliarmi, non li ritenevo tuttavia del tutto inutili o privi di abilità nel loro campo.
Eppure è questo che furono di fronte a Zohar delle Torri di Smeraldo e al suo seguito di stregoni: inutili.
Le guardie e i cavalieri del castello caddero come morti prima ancora di potersi avvicinare agli invasori, le frecce degli arcieri cozzarono contro muri invisibili. Piano dopo piano, gli stregoni conquistarono il castello senza incontrare resistenza. Chi poteva, tra coloro che non avevano addestramento alle armi, fuggì. Io e la regina li vedemmo dalla finestra della sua stanza.
Lei continuava a tormentarsi perché avrebbe dovuto proteggere la sua gente, e invece, in quel frangente, era impotente.
Non aveva fatto nulla di sbagliato, le dissi, aveva semplicemente rifiutato un pretendente com'era nel suo diritto fare. Zohar non aveva motivo di ritenersi offeso, e nulla se non la sua brama poteva giustificare quell'attacco.
Ci rifugiammo sulla sommità della torre quando sentimmo che i nostri nemici stavano per raggiungere le stanze reali. Mio fratello, venuto a proteggere la regina su ordine del suo comandante, si unì a noi e insieme formammo l'ultima linea di difesa. Dal racconto di ciò a cui aveva assistito, capii quanto fosse reale e terribile la magia, e iniziai a temerla. Avevo ancora fiducia, però, nella spada e nelle mie capacità. Nelle nostre capacità.
Finché la subitanea parola dello stregone Zohar non cambiò tutto quanto.

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