sabato 14 novembre 2020

Crapulone

Crapulone [cra-pu-ló-ne] s.m. (f. -na) non com. Chi ama gozzovigliare.

Etimologia: deriva dal latino crapŭla, che a sua volta proviene dal greco kraipàle, "ubriachezza", forse composto da kara, "testa", e da pallô, "agito, faccio oscillare".

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Era difficile restare seri mentre il governatore s'ingozzava di tartine al formaggio e gamberi fritti e uccelletti allo spiedo. Non invidiavo le guardie che se ne stavano impettite davanti alla porta, men che meno quelle che mi avevano scortato fin lì e che restavano vigili, un passo dietro di me, con le mani sull'elsa delle spade e un cipiglio quanto più dignitoso possibile. No, mi correggo: guardando indietro vidi che quella di destra stava facendo le contorsioni con ogni muscolo del volto pur di non ridere in faccia al grasso crapulone che pagava il suo stipendio.
– Mio caro ragazzo – esordì il governatore, sporcando un tovagliolo con l'unto della sua faccia. Non lo avevo mai sentito rivolgersi a me in tono così bonario, e la cosa mi mise subito in allarme. – Ci stai dando non pochi grattacapi con le tue scorribande.
Il governatore alzò le dita a disegnare delle virgolette, quindi posò il tovagliolo e mi fissò con aria truce. – Devi imparare un po' di autocontrollo, se desideri vivere... in mezzo alla brava gente di questa società civile.
No, non mi era sfuggita la minaccia. L'ultima volta che mi avevano catturato le guardie mi stavano scortando alla forca, e ci sarei finito se non fosse stato per Mavel. Ma quella è un'altra storia.
Il governatore continuò il sermone, ma di tanto in tanto rivolgeva gli occhi a una montagna di frittelle o al vassoio carico di arrosti, le dita scalpitavano e la lingua passava sulle labbra. E alla fine non resistette più, afferrò una fetta di dolce e la ingoiò intera. Mi venne da ridere.
Un sopracciglio si sollevò in quel viso dalle guance gonfie.
"Un crapulone ingordo come voi pretende di insegnare a me l'autocontrollo?" era la frase che avevo in mente, e invece dissi: – Vedo che siete impegnato con il pranzo. Conviene che io passi più tardi, governatore
Feci per voltarmi, ma lui disse: – Mia figlia ha qualcosa da dirti.
A quel punto la vidi, e capii che il governatore aveva preparato per me un altro tipo di cappio al collo.

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