sabato 24 giugno 2023

Infatuazione

Infatuazione [in-fa-tua-zió-ne] s.f. Entusiasmo, passione straordinariamente intensi ma passeggeri.

Etimologia: dal verbo latino infatuare, "rendere fatuo", composto dal prefisso in e da fatuare, che deriva da fatuus, "pazzo, fatuo".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero
Foto di yx b da Pexels


Nel corso della sua lunga esistenza Sara era stata costretta a stroncare sul nascere svariate infatuazioni. A partire da quel primo giovanotto, Teodosio, che l'aveva seguita e aiutata quando lei si era allontanata dalla società civile, nella speranza di poter essere il suo compagno di solitudine.
In seguito, quando scendeva in città per le necessità a cui non poteva provvedere da sola, ogni tanto qualcuno la avvicinava non perché interessato al suo dono di dare risposte e offrire consigli su eventi ancora da venire, ma perché era rimasto affascinato dalla sua persona. Sara, prima ancora che ne parlassero, vedeva nella loro sorte la possibilità di un approccio romantico. In questo era più fortunata di una comune fanciulla, poiché davanti ai suoi occhi si stendeva chiaramente ogni diramazione delle molte scelte che la sorte aveva donato ai suoi corteggiatori indesiderati, e le era semplice scegliere il sentiero che li avrebbe allontanati da lei.
Con il passare degli anni erano cambiati i volti, gli abiti, le parole, l'ardire con cui la apostrofavano e le motivazioni che li inducevano a parlarle, poiché se i primi miravano al matrimonio fin dall'inizio, in tempi più recenti l'obiettivo si era fatto non più impegnativo di un appuntamento, con la riserva di un "da cosa nasce cosa, poi si vedrà".
Non era cambiato, però, il senso del rifiuto di Sara. Non li avrebbe illusi, nemmeno uno di loro.
L'unica infatuazione che Sara aveva spento per un motivo diverso era stata l'ultima, quella di Mattia. Per gli altri, le centinaia di altri che l'avevano ammirata con lo stesso sguardo perso in un sogno, innamorarsi di lei sarebbe stato come innamorarsi di una statua. Una statua che camminava, parlava e ragionava, ma pur sempre una statua, un oggetto dalle sembianze umane che non poteva vivere, solo esistere, e che non sarebbe mai cambiato con il mutare delle stagioni.
Per Mattia, innamorarsi di lei sarebbe stato come innamorarsi del ricordo di qualcuno già morto.

Nessun commento:

Posta un commento