lunedì 14 agosto 2023

Anche gli alieni vanno in vacanza


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero
Foto di Roberto Nickson da Pexels


La spiaggia era affollata e le urla dei bambini e le chiacchiere degli adulti erano già una distrazione sufficiente, senza che ci si mettessero le loro menti affaccendate, che facevo del mio meglio per tenere al di fuori della mia. Ma questo significava anche escludere i pensieri delle mie compagne di vacanza, e costringerci a parlare ad alta voce come chiunque altro, sebbene avessimo il beneficio di una lingua straniera che lì nessuno poteva comprendere.
Distolsi gli occhi con un sospiro dall'andirivieni di bimbi ciarlieri che si trascinavano dietro materassini e salvagenti odorosi di gomma e di salsedine tra gli ombrelloni e il bagnasciuga, e li rivolsi a Juste, che mi sorrise tranquilla, gli occhi celati da occhiali da sole dalle lenti scurissime. Se proprio lei, tra tutte, non aveva indossato le lenti che usavamo sempre quando eravamo in mezzo a tanta gente...
– Sei agitata – mi disse Saya, protendendosi a toccarmi un ginocchio dal lettino dov'era seduta. Ovvio, lei non aveva bisogno di lasciar cadere la barriera per percepire le nostre emozioni, era parte del suo dono.
Rivolsi un'occhiata a un gruppo di ragazzi che ridacchiava alla nostra destra. – Non usare i tuoi trucchetti con me. Vorrei solo che Christel avesse scelto un luogo più... appartato per le nostre vacanze.
Saremmo potute andare ovunque, letteralmente ovunque nel mondo, persino in un'isola deserta; oppure, dato che Sylva in via eccezionale aveva lasciato il suo posto di Guardiana del nontempo per poter passare qualche giorno assieme al resto della vecchia squadra, avrebbe potuto guidarci lei attraverso la sua dimensione verso un'epoca antecedente la comparsa degli esseri umani.
Era la prima volta che eravamo di nuovo tutte insieme, e mi seccava doverla passare nel bel mezzo di una marea di estranei.
L'unica consolazione era che il calore del sole scottava al punto giusto sulla pelle per nutrire il mio fuoco, ma con la carnagione chiara che mi ritrovavo, anche con una crema ad altissima protezione, a fine giornata avrei rischiato di avere la pelle dello stesso colore delle mie squame. A quel punto, sarebbe stato meglio se avessi lasciato che fossero queste ultime ad assorbire il calore del sole, ma non potevo farlo in mezzo a tanti umani, non senza causare un certo scompiglio.
Mi venne da ridere al solo pensiero.
– No, grazie, molto gentili davvero, ma... sono a posto così – mormorò la voce allegra di Shiri, alla mia sinistra, a un trio di giovanotti che l'avevano seguita dalla cabina fin qui. Sbirciai nella sua direzione: era uno splendore con i capelli biondi acconciati in morbide onde e la pelle dorata al punto giusto fin dal primo giorno, così che c'era da scommettere che anche senza il suo dono, avrebbe avuto comunque gli occhi di tutti gli uomini puntati addosso.
Nel vederla in difficoltà, Christel si alzò dal lettino, squadrò i tre, e disse una sola parola: – Andatevene.
Non aveva bisogno di aggiungere altro, perché quando Christel parlava con quella voce nessuno, umano o alieno, poteva resisterle. Infatti i tre girarono i tacchi e lasciarono in pace Shiri senza dire una parola.
– Grazie – disse Shiri, lasciandosi cadere sulla sdraio.
Hamar ridacchiò, trattenendo tra le mani un bicchiere di plastica con una bibita ghiacciata. Era l'unica tra noi che sopportasse di bere qualcosa a quella temperatura. – Fa piacere sapere che sei sempre la solita rubacuori, anche dopo aver incontrato il tuo fuoco gemello.
Shiri le lanciò una ciabatta, mancandola in larga misura. – Si è un po' attenuato, per tua informazione, ma non credo che quel lato del mio dono scomparirà mai del tutto. Irradio bellezza, che ci posso fare?
Scossi la testa. Hamar aveva ragione: Shiri non sarebbe mai cambiata.
– A proposito di fuochi gemelli – disse Sylva, distogliendo per un attimo lo sguardo dalla contemplazione dell'umanità chiassosa che ci circondava. Lunghi capelli corvini che rivaleggiavano con i miei, occhi antichi a dispetto delle lenti di un verde naturale che celavano il nero profondo che solitamente rendeva indistinguibili fra loro l'iride e la pupilla, e un portamento regale pari solo a quello di Christel. – Cometh e Kindra non avrebbero già dovuto essere di ritorno?
Feci spallucce. Inginocchiata nella sabbia, Heru alzò gli occhi e disse: – Si saranno infrattate da qualche parte ad amoreggiare.
Poi fece a Sylva una linguaccia e riprese a costruire un sontuoso castello di sabbia con paletta e secchiello. Non li avevamo portati con noi, ma immaginai che fosse facile per lei, con tanto materiale a disposizione, alterare la sabbia per creare qualunque oggetto le venisse in mente. Tra di noi, Heru sembrava la più giovane, una ragazza che aveva passato da poco l'adolescenza, ma aveva un dono unico che a volte le invidiavo: il potere creativo del sole.
Vyoll, invece, era davvero la più giovane, anche se come noi aveva parecchie decadi alle spalle, più di quante il suo aspetto ne dimostrasse: – Sono andate a nuotare, proprio come avevano detto che avrebbero fatto nel luglio del...
– Ok, mostro di memoria – le dissi, un po' seccata, come sempre quando Vyoll faceva la saputella. – Non serve che tu faccia sfoggio del tuo talento...
– Uno dei miei talenti – mi corresse lei, facendo baluginare per un attimo l'illusione di squame bianche sopra la pelle. Era nella mia testa, nessun altro poteva vederlo, ma era comunque fastidioso.
– A volte sembra che qualcuno vi abbia cancellato i ricordi... – disse Vyoll, accennando al terzo modo in cui poteva impiegare il suo dono. Fortunatamente venne interrotta dal ritorno di Cometh e Kindra, mano nella mano, con la pelle e i capelli gocciolanti salsedine.
– Dovreste andare anche voi, l'acqua è bellissima! – disse Kindra, che tra le due era la più interessata all'elemento.
Shiri, Hamar e Juste accolsero con entusiasmo la proposta, seguite poco dopo da Christel che andò loro dietro con la scusa di sorvegliarle, ma io scossi il capo. – No, grazie. Acqua e fuoco non vanno troppo d'accordo. Preferisco crogiolarmi al sole.

All'imbrunire, la spiaggia fu tutta per noi. Raccogliemmo della legna dal vicino boschetto, e io accesi un fuoco, attorno al quale potevamo continuare a scaldarci. Senza gente attorno, ci sentimmo libere di abbassare le barriere e percepire i pensieri le une delle altre.
Smettetela, voi due, pensai, sentendo fin da subito le paroline dolci che si scambiavano telepaticamente Kindra e Cometh. Si conoscevano fin da quando vivevamo su Earanphies, eppure sembravano sempre due innamorate ai loro primi giorni.
Non datele retta, Rheia è solo invidiosa perché non ha potuto portare il suo di fuoco gemello a questa riunione tra ragazze, s'intromise il pensiero di Shiri, come non ho potuto io, e Sylva, e Christel...
Silenzio! echeggiò la voce mentale di Christel, autoritaria come quando parlava. Per un po' mi sentii la mente svuotata, colma solo del fragore delle onde sul bagnasciuga, del crepitio delle fiamme verso il cui tepore tendevo un'avida mano e del frinire dei grilli. Poi Christel riprese. Purtroppo questa non è una vacanza, non del tutto. Ho voluto che vedeste per chi combattiamo, per chi dovremo di nuovo combattere. Ci sarà molto da fare, negli anni a venire...
Juste si alzò in piedi. Fu la prima tra tutte noi a capire. Stanno arrivando... qui?
Il pensiero ci colpì come una frustata. Tutte noi ricordavamo l'invasione di Earanphies, le creature fameliche come locuste che in innumerevoli sciami avevano devastato la nostra terra natale. All'epoca noi eravamo state il piano, fin dall'inizio, le Prime figlie di entrambe le razze che condividevano il pianeta, destinate a respingere i terribili invasori. C'era stato chi sapeva, chi aveva preparato tutto in modo da indirizzarci verso il nostro fato. Ma qui sulla Terra, non c'era un piano, né una razza di progenitori longevi e sapienti, né una profezia a guidarci.
Eravamo sole. Noi e un intero pianeta ignaro. Certo, avevo il mio dono, il fuoco, ma come potevo combattere e allo stesso tempo mantenere il segreto? Avvertii i pensieri sgomenti delle altre chiedersi le medesime cose.
A quel punto, il tocco gentile di Saya giunse a placare i nostri animi con il suo dono sulle emozioni.
Ci vorranno decenni prima che siano qui, spiegò Kindra. Era ovvio, era stata lei a vederlo grazie al suo dono di precognizione, e ad avvertire Christel. Oppure era stata Sylva a visitare il futuro...? No, non ce la vedevo la Guardiana del nontempo, distaccata e imperturbabile com'era, a intromettersi.
Abbiamo tutto il tempo, pensò invece Sylva. Ma c'è molto da fare, e dovremo cominciare ora.
Prima di quell'estate, la mia unica preoccupazione era stata il mio fuoco gemello ritrovato, per la terza volta, con la peculiare bizzarria che era venuto lui a cercarmi perché ricordava le due vite precedenti in cui ci eravamo incrociati. Dopo, capii che stavo per coinvolgerlo in una battaglia per la salvezza della terra e dell'umanità che aveva appena dichiarato di volersi lasciare alle spalle

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