sabato 5 agosto 2023

Demordere

Demordere [de-mòr-de-re] v.intr. (aus. avere; irr.: coniug. come mordere) [sogg-v] Cedere, arrendersi, usato specialmente in forma negativa; desistere.

Etimologia: composto dal prefisso de con funzione negativa e da mordere, sul modello del francese démordre.



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Keira Burton da Pexels


Non avevo intenzione di arrendermi. Andrew poteva non credermi, ma io sapevo con certezza assoluta che quello che gli avevo detto era vero. I miei genitori non erano i miei genitori. Io venivo da qualche altra parte, un altro pianeta, o un'altra dimensione.
– Pensavo volessi aiutarmi – gli dissi, arrabbiata, quando lui cercò per l'ennesima volta di convincermi mi stavo inventando le cose che come una bambina qualunque. Io non ero una bambina qualunque. – Ma non importa, anche senza il tuo aiuto, io non demordo.
Feci per andarmene, ma Andrew mi afferrò per una spalla. Sospirò e piegò un ginocchio a terra per guardarmi negli occhi dalla stessa altezza.
– Non ti sto chiedendo di demordere. È solo che... Kathy, quello che affermi è enorme. Non so se tu te ne rendi conto, ma se fosse vero... se fosse vero cambierebbe tutto. Tutto quello che sappiamo.
Restituii il suo sguardo senza battere le palpebre. Nello zaino sentivo il familiare peso della sfera viola. – È questo il punto – gli risposi. – È già cambiato tutto. Hai già visto accadere cose impossibili, eppure le neghi.
Non capivo perché Andrew non tenesse conto di ciò che avevamo vissuto. Gli altri potevano aver dimenticato, ma lui no, perché eravamo assieme quando aveva richiuso lo strappo nella realtà che avevo accidentalmente aperto. Gli avevo spiegato io come farlo, senza pronunciare una sola parola. Non era quello un indizio sufficiente del fatto che io non potevo essere umana?
Aprii la cerniera dello zaino e infilai dentro una mano a sfiorare la sfera. Subito Andrew sollevò di scatto la mano dalla mia spalla come se fosse stato scottato, barcollò e sul suo volto la sicurezza da adulto responsabile e da poliziotto lasciò il posto allo smarrimento di un bambino.
Lo sentiva. Lo sentiva ancora.
E mentre, grazie alla sfera, la mia mente correva più rapida raccogliendo informazioni ed elaborandole più in fretta di un computer, finalmente capii.
– Tu hai paura.
Andrew mi rivolse un mezzo sorriso. – Perché, tu no?

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