sabato 13 gennaio 2024

Assiso

Assiso [as-sì-so] agg. lett. Seduto.

Etimologia: dal latino, participio passato di assidere, composto dalla particella ad, "a" e da sidere "porsi a sedere".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Miguel Cuenca da Pexels


– Che razza di guida mi è toccata! – considerò tra sé e sé Whiteray, nel farsi strada da sola nella foresta. – Scompare, riappare, va e viene come gli pare, senza considerare i suoi discorsi assurdi di cui capisco meno che metà.
Era dalla seconda prova e dal terzo incontro in quella foresta di nebbia e di piante intricate che non aveva più visto colui che la guidava, il viandante che per primo aveva incrociato all'inizio della sua ricerca. Whiteray sentiva di non aver fatto alcun progresso, e quando gli alberi si diradarono lasciando spazio a una radura, per un attimo le parve di aver girato in cerchio e di essere tornata al punto di partenza, al luogo dove aveva incontrato Thiss.
Ma non c'era alcun monolito in questa radura, né un prigioniero incatenato alle pietre. Al loro posto, Whiteray scorse due troni e due persone assise su di essi, un uomo e una donna. Indossavano abiti pregiati e insegne regali, e il loro portamento fiero e impassibile emanava un'aura di autorità.
Whiteray esitò ad avvicinarsi, intimorita dalla loro immobilità e dal loro sguardo altero.
Ci fosse stata la sua guida, avrebbe chiesto a lui come comportarsi di fronte a quelli che parevano i sovrani di quel regno, ma essendo da sola, non si risolse a far nulla di più di ciò che stava facendo, ovvero niente.
– Davvero, bambina? – l'apostrofò a quel punto la donna assisa sul trono di sinistra. La sua voce aveva un tono severo, ma era soprattutto dolce e gentile. – Tu sai quello che devi fare, il cammino che ti aspetta per giungere alla meta. Perché allora esiti?
Spronata dalle sue parole, Whiteray lasciò il riparo degli alberi e le si avvicinò con riluttanza. La verità era che non capiva molto di tutta quella storia, e non si sentiva affatto all'altezza del compito che stava affrontando, ma non l'avrebbe mai ammesso di fronte a una donna così sicura di sé e del suo potere.
– Parla – disse la donna, come se avesse capito che le frullava in testa. – Io sono l'Imperatrice, e ti presto udienza.

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