lunedì 1 gennaio 2024

Il principe curioso


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero
Foto di Goran Dojčinović da Pexels


Il principe se ne stava in disparte, con un fazzolettino ricamato premuto davanti al naso. Il chirurgo reale non capiva perché avesse voluto a tutti i costi essere presente, visto che lì era solo d'intralcio, e che comunque gli sarebbe stato fatto un resoconto dettagliato in seguito.
In più, vedere la sua espressione schifata, quando di tanto in tanto scostava il fazzolettino e lo usava per sventolarsi, gli dava sui nervi.
Il suo assistente e il segaossa che trinciava le parti più dure del loro... paziente, se così si poteva chiamare, sogghignavano sotto i baffi ogni volta che il principe trasaliva per il ronzio della sega circolare, o per il risucchio di uno dei tubicini che ripulivano il tavolo di metallo dagli umori maleodoranti che fuoriuscivano dalla creatura.
– Allora, cos'è? – borbottò il principe, ma nessuno si diede la pena di rispondergli. Lì, nel laboratorio di chirurgia della Reale Accademia delle Scienze, il principe non era un principe, ma solo un ospite, nel migliore dei casi, e un intruso nel peggiore. Quello non era il suo regno.
Quello era il regno del chirurgo reale, tra macchinari che lampeggiavano ed emettevano ritmici bip, bisturi e aghi, odore di sangue e di altri più strani fluidi e di formalina ed etanolo. Quel lezzo era odore di casa per il chirurgo reale, tanto che in sua assenza si sarebbe trovato spaesato, e non avrebbe riconosciuto il laboratorio.
Al primo respiro, il principe aveva trattenuto un conato di vomito.
Sì, decisamente quello non era il suo posto.
– Incredibile che sia ancora vivo – commentò l'assistente, curvandosi sopra la creatura che stavano esaminando.
– Chi, il principe, o il nostro esemplare? – bisbigliò di rimando il segaossa, strappando una risatina al giovane assistente.
– Signori, un po' di contegno – ricordò loro il chirurgo reale. Non avrebbe mai ammesso ad alta voce che se lo era chiesto anche lui, nel segreto dei suoi pensieri. – Un po' di luce da questa parte... aspirare... vedete quella sacca là in fondo? Sotto la placca ossea...
– Non è uno stomaco? – chiese l'assistente, con una sbirciata al principe che era notevolmente impallidito da quando avevano esposto gli organi interni della creatura.
– No, qualcosa di diverso, suppongo – replicò il chirurgo reale.
Il principe si terse la fronte con il fazzoletto, poi lo riportò di fronte al naso e alla bocca. – Non sapete che cosa sia? – borbottò in tono allarmato.
Questa volta il chirurgo reale sbuffò e si degnò di rispondere, senza smettere di esaminare strato dopo strato il corpo della creatura: – No, maestà. Ma ci stiamo lavorando.
– Ma... – fece il principe, evidentemente in vena di proseguire con le domande.
Il chirurgo reale si raddrizzò, fissò il principe e disse in tono severo: – Maestà, con il dovuto rispetto, smetta di distrarci o dovrò mandarla fuori.
Il principe non parlò. Il chirurgo reale tornò a concentrarsi sull'ammasso di carne che era stato un tempo una creatura volante, con una lunga coda dotata di un pungiglione e un esoscheletro chitinoso.
– Dunque, dove eravamo rimasti? Ah sì, la sacca, e pure quest'organo qui, pare unico nel suo genere nel mondo animale. Qualche ipotesi? – chiese il chirurgo reale all'assistente, un po' per metterlo alla prova, e un po' per verificare se non gli fosse sfuggito qualcosa tra quelle che aveva già formulato lui stesso.
Nel suo angolo, il principe allargò il colletto con due dita. Sudava copiosamente in quel momento, più di quanto fosse giustificato dal consueto calore del laboratorio, rischiarato a giorno da lampade basse. Di tanto in tanto si sforzava di vincere il ribrezzo e guardare verso il tavolo operatorio, ma subito distoglieva gli occhi.
Non aveva più parlato dopo il rimprovero del chirurgo reale.
Fu solo quando avvertì oltre al caldo eccessivo e allo stomaco aggrovigliato anche un crescente pizzicore alle dita delle mani, che si decise a rompere il silenzio. – Ma almeno sapete dirmi se è velenoso?
Con un sospiro esasperato, il chirurgo reale rispose meccanicamente, tutto concentrato sul suo lavoro e senza degnare il principe di uno sguardo: – No, maestà. Ma ci stiamo lavorando.
– Non si può accelerare la cosa? Avrei un pochino fretta di scoprirlo – aggiunse il principe. – Quella bestia schifosa mi ha punto prima che il mio cavallo la calpestasse e che il mio paggio la portasse qui da voi.
Il chirurgo reale alzò lo sguardo sul principe, finalmente interessato. Ai suoi occhi quell'ometto sussiegoso con una corona in testa era appena passato da "intruso" a "prossimo soggetto di studio".

Nessun commento:

Posta un commento