giovedì 23 febbraio 2017

Punti di vista

Una storia cambia a seconda del punto di vista da cui viene raccontata. Ogni personaggio, se eletto a narratore (o se il narratore in terza persona si concentra su di lui o lei) non solo porta il suo differente modo di esprimersi, ma può interpretare una stessa vicenda in maniera diametralmente opposta.

O, come nel caso del racconto di lunedì, Per finta, può inconsapevolmente pensarla allo stesso modo, ma essere comunque ostacolato dall'incertezza di non conoscere il punto di vista dell'altro. Questo pare essere un mio tema ricorrente, dato che Per finta non è il primo racconto del genere che ho scritto. Altrettanto interessante sarebbe stato espandere il numero dei punti di vista, per includere anche visioni contrastanti, moltiplicando la rilettura dello stesso evento come in un labirinto di specchi.

Avrei ad esempio potuto aggiungere il punto di vista di una spettatrice:
Che emozione! Una dichiarazione in grande stile, in ginocchio, l'anello, il discorso, ma perché queste cose succedono solo in teatro o nei film, perché non succedono anche nella vita reale? Dai, digli di sì prima che cambi idea, non tenerlo sulle spine, oh sì, ha detto sì! Che finale grandioso! Quanto romanticismo! Mentre batto le mani con entusiasmo fin quasi a farmi male, guardo il mio uomo. Quando si deciderà a fare il grande passo, lui?

Per poi passare al punto di vista del suo accompagnatore:
Noia. Trattengo uno sbadiglio e mi allungo contro lo schienale della sedia. Perché diavolo mi sono lasciato convincere ad andare a teatro? E a guardare una pacchiana commedia romantica, per di più. Già si capiva fin dal primo atto come sarebbe andata a finire, l'unico dubbio è quanto l'avrebbero tirata per le lunghe. Anche adesso. Se dice no mi alzo e me ne vado, non ne posso più. Meno male, ha detto sì. Sipario. Mi volto per dire alla patita di teatro che è meglio andare prima che si alzino tutti, ma quella mi guarda strano. Perché mi guarda strano? Ah, già, non sto applaudendo. Meglio farla contenta. Anche se questi davvero non lo meritano.

E perché no, scoprire anche cosa ne pensa il regista?
No, no, no, così non va. Ci vuole più emozione, più intensità, più pathos! E invece no, quelli si limitano a recitare a memoria, meccanicamente, e starsene lì impalati come stoccafissi, sera dopo sera. Già mi tocca lavorare con uno scenario talmente fasullo da parere costruito da un branco di marmocchi delle elementari, se poi ci si mettono anche gli attori cani a rovinarmi la carriera, per me è finita. Basta, mollo tutto, me ne vado. A meno che... e se riuscissi a mettergli in testa, sia a lei che a lui, di essere davvero innamorato di quell'altro? Forse, se si convincono di non stare recitando, che tutto questo non è per finta, la mia commedia potrebbe giovarne. Ma guarda te se mi tocca pure fare da Cyrano oltre che da regista!

Ecco come da una stessa storia ne nascono cinque, che scorrono parallele e in qualche caso inconciliabili, soltanto variando di volta in volta la "testa" attraverso la quale gli eventi vengono interpretati e filtrati.


Non mi sembra ci siano frasi particolarmente degne di nota stavolta, mi limiterò a darti l'appuntamento a lunedì per una sorpresa.

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