lunedì 13 febbraio 2017

Un’unica semplice cosa

Questa serie di incipit fa parte di un concorso di qualche anno fa, che forniva un tema e un inizio ogni mercoledì per otto settimane, con la scadenza per l'invio del racconto fissata entro la domenica della stessa settimana.

Ecco l'ottavo tema/titolo e incipit di Giusi Marchetta:

Un’unica semplice cosa

“Credo nelle persone buone e nelle cose che so fare. E credo che tu sia la più buona che conosco e più brava di me a fare praticamente tutto. Per questo ho fatto tutto quello che ho fatto e mi sono precipitato qui. Perchè penso, anzi, perchè sono sicuro, che dovremmo farlo. Sono sicuro che dovresti infilarti questo anello e dire sì davanti al primo prete che incontriamo o al sindaco, perché so dove abita e non sarebbe un problema. Solo sì. Sono sicuro che dovresti fare quest’unica, semplice cosa. Perché ne ho bisogno, perché ti amo. E perché sapresti farla benissimo.”
(Prosegui a leggere il racconto n. 1.) 
(Prosegui a leggere il racconto n. 2.) 

È stata una lunga corsa, ma ormai ci siamo. Forse, anzi, sicuramente meno frenetica dei due mesi in cui ho scritto tutti questi racconti in una tarda primavera di qualche anno fa, ma eccomi arrivata di nuovo alla fine. L'ultimo incipit. Che, diversamente dagli altri, è costituito per intero da un monologo, senza alcuna traccia da seguire quanto ad ambientazione e personaggi (a parte quello che si può dedurre dalle poche righe di discorso).

E ancora una volta, come è stato per l'incipit di Questione di equilibrio, mi ritrovo con l'impressione di troppo scontato, di talmente perfetto e smielato da parere falso. Sembra anche a te, o questa dichiarazione ti ha conquistato?

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