sabato 13 luglio 2019

Poliedrico

Dal solido (letteralmente) all'astratto, ecco un'altra parola che ha fatto il salto! Come già scritto altrove, mi piacciono vocaboli come questo, che da un significato concreto si allargano a comprenderne un altro metaforico.

Poliedrico [po-li-è-dri-co] agg. (pl.m. -ci, f. -che) 1. geom. Relativo al poliedro, che ha le caratteristiche del poliedro. 2. fig. Che ha molteplici e multiformi capacità o aspetti.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Se penso a un personaggio tra i miei per il quale la definizione di poliedrico calza a pennello, non ho dubbi: Vixen, ovvero Tia Midsummer, incarna quella parola più di chiunque altro. Poliedrica, camaleontica Tia! Ma per rendere le cose ancora più interessanti, stavolta ho deciso di lasciarla nell'ombra e dedicarmi a un retroscena con alcuni comprimari della sua storia.


Avevamo riunito un bel gruppetto di folli e visionari, ma non erano abbastanza per fare di loro la nostra poliedrica ciurma. Avevamo una cuoca che s'immergeva così tanto nella lettura da scordarsi di aggiungere il sale o altri ingredienti, una coppia di attori che si immedesimava un po' troppo nei loro personaggi, un inventore che non aveva mai creato nulla di utile o funzionante, un marinaio terrorizzato dai pesci, e che tuttavia insisteva nel non voler cambiare mestiere, un bizzarro individuo che andava in giro a preannunciare la fine del mondo, una sensitiva che vedeva i fantasmi, e un cantastorie che sosteneva di essere il profeta di una divinità mai sentita prima.
– Dobbiamo trovarne altri, se vogliamo farla volare – mormorai, appoggiato con entrambe le mani alle carte sul tavolo. – Un equipaggio di venti persone è il minimo, ma per avere la certezza di mantenerla stabile, io direi che ce ne servono trenta. E penso che ormai dobbiamo cercarle altrove.
Una sola città poteva ospitare una quantità limitata di pazzia.
Sbirciai Ekira, china sulle formule, che mordicchiava un labbro concentrata sui calcoli. Più in là un cristallo poliedrico tratteneva le pergamene, riflettendo i bagliori delle candele da ogni sfaccettatura. Era l'ultimo modello che Ekira aveva realizzato prima di creare il cuore della nave.
Non volevo disturbarla, ma era così bella quand'era persa nella sua testa. Mi abbassai e l'abbracciai. Ekira ricambiò con un vago sorriso, sistemando una ciocca spettinata.
Il nostro momento durò poco, perché subito la porta si aprì e il cantastorie fece il suo ingresso trionfale, annunciando: – Capitano! Te ne ho scovata un'altra, una persona davvero speciale.
Mi raddrizzai di scatto, assunsi una posa marziale, e con un cenno lo invitai a proseguire.
– Mai visto nulla del genere, è un portento, riesce a diventare un'altra persona in un batter d'occhio. C'è un solo problema: è un mago delle truffe, e non credo che si lascerà convincere tanto facilmente a venire con noi.

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