lunedì 18 dicembre 2023

Piantar bandierine


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Foto di Lara Jameson da Pexels


Il Banco degli Ori e Tesori si fregiava di essere uno degli istituti più antichi e generosi al mondo, con tutto il denaro che offriva profusamente in prestito alle altre attività sparse per il mondo e molto spesso anche ai governi delle varie nazioni. Nonostante questa facciata da benefattore, però, i suoi dirigenti avevano lo stesso atteggiamento dei generali che pianificavano una strategia bellica, e il loro nemico era il mondo intero.
Nella sala riunioni campeggiava infatti un enorme mappamondo, su cui di volta in volta i dirigenti-generali piantavano una bandierina per ogni loro vittoria. Sapevano di stare combattendo una guerra silenziosa e implacabile, una guerra senza caduti, ma con molti sconfitti e un solo vincitore.
– Abbiamo in pugno la Kamchatka – diceva uno, piantando la sua bella bandierina con il logo del Banco degli Ori e Tesori. – Non possono pagare il loro debito nel tempo stabilito dal contratto, e noi gli proporremo una dilazione... alle nostre condizioni.
Oppure: – Tutte le attività industriali della Groenlandia ormai sono di fatto nostre. – Ghigno, e bandierina. – Possiamo aumentare la produzione oppure chiuderle come ci pare e piace.
– Delocalizziamo? – proponeva un altro. – Ci serve più presenza in Siam, in modo da convincere il governo a mettersi in affari con noi.
Così conducevano quotidianamente il loro concilio di guerra, immersi in una bolla in cui esistevano solo loro e un mappamondo sempre più zeppo di bandierine, mentre fuori dal loro tranquillo universo la banca fremeva d'attività, impiegati che andavano e venivano spostando documenti e contratti, cassieri che contavano il denaro versato ed erogato, clienti che imploravano per un altro po' di tempo, o che scongiuravano di non vedersi dichiarati in bancarotta, timbri che calavano implacabili con tonfi sonori, computer che elaboravano e archiviavano cifre e dati, fotocopiatrici che fotocopiavano, porte che si chiudevano, passi che rimbombavano sonori assieme ai sussurri e ai colpetti di tosse nel grande atrio dalla cupola a volta e le colonne come in una cattedrale gonfia d'echi.
Alla fine della giornata, i dirigenti-generali del Banco degli Ori e Tesori non erano mai soddisfatti, poiché sapevano che avrebbero potuto fare di più, conquistare più territori, piantare più bandierine.
Ma anche qualcun altro, fuori di lì, non era affatto contento del loro operato.
– Una volta appartenevo solo a me stessa – mormorava sconsolata la Terra, tra le foglie delle sue foreste. E poi, con le onde degli oceani, brontolava tra sé: – E adesso arrivano questi miei figli, i più matti tra tutti quelli che ho ospitato dall'inizio dei tempi, e si credono di potersi prendere per loro il mio corpo, un pezzetto alla volta?
– Era così bella la vista da quassù – le fece eco il Sole. – Tutta verde e blu. Poi sei diventata di tanti colori, frammenti variopinti di diverse bandiere che credo chiamino nazioni quei tuoi figli di cui parli, ed eri bella lo stesso, ma ora tutte le bandiere stanno diventando una, e una sola sfumatura ti ricopre, e Terra mia, te lo devo proprio dire, che noia!
– Dobbiamo fare qualcosa – propose la Terra. – prendere in mano la situazione.
E insieme, Terra e Sole confabularono sul da farsi.
Era una bella mattina di tarda primavera quando avvenne, e i dirigenti-generali del Banco degli Ori e Tesori erano impegnatissimi a cercare di coprire i pochi spazi sul mappamondo su cui ancora non avevano piantato una bandierina.
Per primo giunse un soffio di vento solare che frisse in un istante tutti i computer e i server in cui erano conservati non solo i contratti in corso e le cifre che segnavano il ponteggio di quella guerra, ma perfino l'essenza stessa del denaro, ridotto ormai a niente più che una sequenza di zero e uno.
Fuori dalla sala riunioni fu il panico. Impiegati e cassieri si bloccarono, incerti su come affrontare la situazione inaudita. I clienti si disperarono o si rallegrarono, a seconda di com'era la loro situazione: c'era chi aveva perso tutto, e chi si era visto cancellare da un istante all'altro un debito enorme.
Quando una segretaria finalmente decise che era necessario interpellare i dirigenti, che reagivano solitamente in maniera iraconda con chiunque osasse interrompere il concilio di guerra, avvenne la seconda cosa. Ovvero, precisamente, la Terra diede uno scossone che rovesciò il contenuto degli schedari, mischiando tutti i documenti, e sbalzò via dal mappamondo tutte le bandierine. Ed era inutile che i dirigenti si affannassero a rimetterle al loro posto, perché ogni volta che ci provavano, un nuovo scossone le faceva crollare nuovamente giù.
Dopo vari tentativi, capita l'antifona, i dirigenti-generali si guardarono sconsolati e muti.
Com'era possibile condurre una guerra se non c'era verso di segnare il punteggio?

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