sabato 24 agosto 2019

Veneficio

Non sapevo ci fosse una parola specifica per questo. Sapevo che per indicare la vittima, e soprattutto la relazione tra vittima e assassino, si potesse specificare se l'omicidio è un uxoricidio, un infanticidio, un fratricidio, un patricidio... ma questo termine per indicare invece il mezzo con cui è commesso non l'avevo mai sentito.

Veneficio [ve-ne-fì-cio] s.m. (pl. -ci) Omicidio commesso mediante veleno.

(Parte di) immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Photo by JJ Jordan from Pexels


Omicidio mediante veleno? Ce l'ho. O meglio, sapevo che era accaduto a un certo punto della storia di Jasmen, ma finora non lo avevo mai scritto, quindi è l'occasione giusta per rimediare.


– Veneficio! – urlò il maggiordomo, uscendo trafelato dallo studio. – Il padrone è morto! Assassinio! È stato avvelenato... col veleno!
Mio padre venne trovato una mattina dietro la sua scrivania, riverso sul pavimento con gli occhi sbarrati e la bava alla bocca. Le macchie nere sulle labbra, sulla lingua e attorno agli occhi indicavano come causa della morte il veleno che si ricavava da un raro tipo di felce che cresceva solo nella palude di Greye. L'assassino non aveva scelto un veleno comune, né facile da reperire. "La morte oscura", come veniva chiamato nel dialetto di Sljdzjell, per i pochi che lo conoscevano aveva fama di dare un'agonia straziante prima della morte, il che chiariva il movente dell'assassino, se non la sua identità.
Io ero in viaggio quando avvenne, altrimenti i sospetti sarebbero caduti su di me: il figlio degenere, la pecora nera della famiglia, colui che aveva spesso litigato con il suo stimato ascendente, e che aveva recitato in pubblico pesanti invettive in rima contro la propria nobile stirpe.
Non era un mistero che lo odiassi.
Ma non lo avevo ucciso io. E non potevo credere che fosse stata mia madre a commettere il veneficio.
Nessuno lo diceva apertamente, non di fronte a noi. Ma quando il naturalista dell'Accademia identificò il veleno impiegato, tutti accusarono in silenzio Rimaelevi, la straniera, la moglie venuta dall'est a caccia di ricchezze e di un titolo nobiliare.
Non sapevano che di ricchezze la nostra casata non ne possedeva più, o almeno, non prima del matrimonio che aveva sancito un accordo con il più importante tra i mercanti di spezie di Sljdzjell: non era rimasto altro che un nome, ma di quello Rimaelevi non se ne faceva nulla.
E non sapevano come lui l'aveva trattata per tutti quegli anni. Se fosse stata lei ad ammazzarlo, non avrei potuto biasimarla. Ma non era stata lei, mi disse. Il suo onore non le avrebbe consentito un simile delitto.
Non so chi abbia ucciso mio padre, ma so per certo che le malelingue uccisero mia madre.

Nessun commento:

Posta un commento