lunedì 19 agosto 2019

Personaggio: Kal Tydas

Ero tentata di mettere questo personaggio, assieme al suo compare "Maiz", tra i giullari, date le loro baruffe comiche. Non mi pento di non averlo fatto, perché ora posso presentarlo da solo in tutte le sue sfumature, anche quelle più drammatiche che fanno di lui un antieroe.

Immagine creata con Mega Fantasy Avatar Creator di Rinmaru Games


Nel primo racconto che ho scritto su Night Shamyan, Kal Tydas era identificato solo come "il bandito", e la sua presenza era del tutto ininfluente, se non come punto di vista all'oscuro della situazione e narratore della vicenda. Di lui sapevo che era un fuorilegge e un chiacchierone con una certa dose di sarcasmo, interessato alla propria sopravvivenza anche a scapito di una ragazza innocente, che avrebbe lasciato morire come diversivo per la propria fuga se qualcuno con un senso morale più sviluppato (e una missione da compiere) non fosse intervenuto in tempo. Dunque, non proprio un eroe.
Il secondo racconto mi ha dato il suo nome e, contemporaneamente, la sua provenienza: la gente del nord chiamata "kalaan", famosa per aver dato i natali, e ospitalità, ai più temuti fuorilegge, a ladri, banditi, tagliagole, e ai truffatori più scaltri che esistano in quel mondo. E Kal Tydas non fa eccezione, tanto che all'inizio del primo racconto era atteso al patibolo, e all'inizio del secondo si finge ubriaco per sottrarre oggetti di valore in una taverna. Immaginavo che la sua lingua sciolta dovesse servire a qualcosa.
Il secondo racconto mi ha dato anche l'unico dettaglio fisico di cui sono certa, ovvero una cicatrice sul volto, e da lì sono partita per cercare di ricostruire l'aspetto che avevo in mente quando ho scritto i due racconti. Quanto alla motivazione che lo spinge, alla fine, a fare almeno una "cosa giusta" nella sua vita, a parole sembra che a Kal Tydas interessi solo ottenere un guadagno facile a spese degli altri e sopravvivere, qualunque cosa accada. Ma a leggere il racconto qui sotto, è chiaro che c'è anche dell'altro.


Questi i brani già scritti in cui compare Kal Tydas:
Kal Tydas prende in giro sir Maizorean Comesichiama
Nessuno crede a un bandito
Due uomini e una guerriera
La notte prima della battaglia
Che senso ha celebrare la vittoria?


L'esercizio richiede di scrivere un brano in cui l'antieroe spiega o dimostra le sue motivazioni, o in cui compie un atto contrario agli ideali di un eroe. Con Kal Tydas non avevo che l'imbarazzo della scelta, e sarebbe stato facile scriverlo nell'atto di rubare o ingannare qualcuno, ma ho ritenuto più interessante riportare un episodio che si colloca da qualche parte tra il primo e il quarto dei brani riportati sopra.


Aspettai che Night tornasse dal suo giro di ricognizione perché, andiamo, è una pessima idea quella di fermare una donna armata prima che abbia avuto modo di sfogarsi, o di scoprire che non c'è nessuna bestia minacciosa nei dintorni in cui affondare le lame. Va bene, magari anche il secondo caso non è l'ideale, ma sempre meglio che trattenerla prima.
Ero appoggiato al muro dal lato in ombra della locanda, poco più di una spelonca fuori dalle rotte commerciali in effetti, ma lei mi vide lo stesso e mi apostrofò in modo rude: – Che c'è?
Brutta notizia: non aveva trovato nessuno da uccidere.
– Perché, non posso starmene  prendere un po' d'aria? È una bella serata e quel pomposo beota d'uno storiografo mi ha già stordito abbastanza a furia di aneddoti sulle casate reali dell'est o dell'ovest, non mi ricordo più... a quale appartieni tu? E a proposito, non ho capito perché ci portiamo dietro quell'imbecille, quando potremmo farlo fuori nel bel mezzo del nulla e prenderci il carro.
Night reagì con uno sbuffo e mi diede la schiena. Capii in un lampo che se ne stava andando e la afferrai per una spalla. Mossa rischiosa: ricordi quando ho detto che non aveva trovato nessuno da uccidere? Ebbene, Night non ci mise molto a liberarsi dalla mia presa e a costringermi in una posizione scomoda, ovvero con uno dei suoi pugnali alla gola. Alzai l'unica mano libera in segno di resa.
– D'accordo, d'accordo! Volevo solo chiederti: arriviamo lì e poi che fai, ce l'hai un piano? – mormorai alla guerriera che mi sovrastava, tenendomi un braccio piegato dietro la schiena. Quando mugugnò un verso gutturale e mi lasciò libero, mi raddrizzai, mi massaggiai la spalla e aggiunsi: – Uno migliore dell'ultimo, perché lasciatelo dire, quello faceva schifo.
Night rinfoderò il pugnale e incrociò le braccia. – Qualunque cosa faccia, sono già morta.
– Lo so, lo so. Ma io preferirei non lasciarci la pelle, se non ti dispiace. – Mi grattai la parte della cicatrice che mi attraversava la guancia. Night abbassò la testa.
– Allora non seguirmi.
Scoppiai a ridere. – Scherzi, vero? Non ho mai preso così tanto oro quanto quello che ho intascato da quando sono con te. Sei un ottimo diversivo, lo sai? Una donna che riesce a menare in una rissa al pari di un uomo...
Night alzò gli occhi e mi fissò con una smorfia che preludeva al sorriso. Mi ritengo un bravo bugiardo, ma quella era davvero grossa. Sapevamo entrambi che non alloggiavamo in palazzi sontuosi da quando il nostro viaggio era iniziato, e la gentaglia che frequentava simili bordelli non aveva in mano che poche monete di rame; inoltre, il più delle volte, uno sguardo di Night bastava a farmi desistere. In sua compagnia, stavo diventando schifosamente onesto.
Ma era una compagnia che sarebbe durata ancora per poco, e io intendevo godermela il più possibile. Avrei avuto tutto il tempo, dopo, per tornare alle mie vecchie abitudini. O almeno così credevo.
Sospirai. – Night, io...
– Prima che tu possa dire qualcosa di potresti pentirti... – mi interruppe lei, – tieni le monete, per stavolta. Ma restituisci la collanina e l'anello. I loro proprietari potrebbero esserci affezionati.
Dapprima non capii come avesse fatto a indovinare cosa avevo sgraffignato quella sera, dopo che se n'era partita per il giro di ricognizione. Poi compresi e spalancai gli occhi. – Mi hai tastato il borsello! – sbottai, con un fischio d'ammirazione. – Porca miseria, vecchia volpona, mentre mi bloccavi te ne sei approfittata e mi hai toccato il borsello... e non ti ho nemmeno sentita! Che mano delicata! Ah, saresti una perfetta kalaan, lo sai?
Night non mi rispose. Si limitò a rivolgermi un mezzo sorriso che sembrava un ghigno, per poi girarsi e a dirigersi verso l'ingresso della taverna. La seguii, continuando a borbottare: – Però, sul serio, sono ancora dell'idea che dovremmo liberarci del peso morto... magari non proprio ammazzarlo, ma che ne dici di lasciarlo qui e partire col suo carro, solo io e te? Andiamo, non lo trovi uno splendido piano?

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