sabato 27 febbraio 2021

Estraniare/Estraniarsi

Estraniare [e-stra-nià-re] v.tr. (estrànio ecc.) [sogg-v-arg-prep.arg] Allontanare qualcuno da un ambiente, da un affetto, da un'abitudine di vita.

Estraniarsi [e-stra-niàr-si] v.rifl. [sogg-v-prep.arg] Smettere di fare attenzione a ciò che ci circonda.

Etimologia: verbo derivato dall'aggettivo estranio, dal latino extraneus, derivazione di extra, "fuori".


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Zefiro mi aveva avvertito: essere la Sacerdotessa del Vento, abitare da sola in un tempio che si trovava così lontano, così al di sopra delle altre dimore della città poteva portare a estraniarsi dai problemi della vita comune. Da quando lui se n'era andato, le visite dei pellegrini erano il mio unico legame con il resto del mondo. E quasi mi dispiaceva quando i fedeli venivano a distrarmi dai miei pensieri e dalle storie che il vento mi raccontava.
– Non sono una cattiva sacerdotessa... vero Syuss? – chiesi al falco che era rimasto con me fin da quando lo avevo trovato che era un pulcino smarrito.
Non ero una cattiva sacerdotessa, se preferivo restare da sola piuttosto che accogliere i visitatori. Così mi dicevo, perché avevo cura di non darlo mai a vedere, e rivolgevo un sorriso e tutta la mia attenzione a chiunque passasse dal tempio, che fosse per un'offerta, per una preghiera, o per espormi i suoi problemi.
Non era stato così, all'inizio. Non era stato facile adattarsi all'isolamento, per me che ero abituata a convivere con tante sorelle e fratelli. Ero l'ultima nata di una famiglia numerosa, coccolata dalle sorelle maggiori, e avevo un gran numero di compagni di giochi, considerando che i miei cugini vivevano nella casa accanto. Poi uno di loro si era accorto che il mio amico immaginario era l'invisibile vento dell'est, e che ero in grado di predire quando il vento calava, spirava più forte o mutava direzione; invidioso del mio dono, lo aveva detto ai miei genitori, che mi avevano portato da colui che a quel tempo era Sacerdote del Vento, e che poi divenne il mio maestro, il sommo Zefiro, affinché mi mettesse alla prova. Mi ero sentita estraniare dalla mia stessa famiglia quando avevo capito che non sarei mai più tornata a casa con mio padre e mia madre, mi ero sentita rifiutata quando mi avevano lasciato alle cure di un estraneo, anche se quell'estraneo era l'unico al mondo che davvero poteva capirmi.

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