sabato 6 febbraio 2021

Peripezia

Peripezia [pe-ri-pe-zì-a] s.f. 1. (spec. pl.) Vicenda rischiosa, complicata o disavventura imprevista. 2. Ribaltamento improvviso della situazione, evento caratteristico dell'azione della tragedia greca.

Etimologia: deriva dal latino peripetia, a sua volta proveniente dal greco peripéteia, "fatto, evento imprevisto", composto da perì, "intorno, dentro", e un derivato del verbo pìptein, "cadere".


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Foto di Javon Swaby da Pexels


Quando mi fui ripreso un uomo con un gonnellone, un baschetto calcato in testa e strane e lunghe unghie nere, assieme a una donna che teneva le mani nascoste in un manicotto, mi vennero a prendere. Ero diffidente, ma la guaritrice in catene mi rassicurò, rannicchiata nella penombra in fondo alla stanza: – Sono amici. Va' con loro, noi... ci rivedremo presto.
Ricambiai il suo sorriso enigmatico senza troppa convinzione, e uscii nell'accecante luce del sole. Dopo aver passato tanto tempo nella stanza della guaritrice in catene, era come se non appartenessi più al mondo della luce.
– Attento ai gradini – disse la donna dalle mani nascoste, con un cenno della testa. La sua voce aveva un che di liquido. Era come un'onda calda. Non avrei saputo in che altro modo definirla.
Attesi che i miei occhi si riabituassero alla luce prima di scendere: dopo le peripezie degli ultimi giorni, ci mancava solo che finissi steso in terra, con la faccia nel fango, per un paio di gradini.
– Hai combinato un gran casino in città, eh? – commentò l'uomo. La sua voce era graffiante, ironica. Mi diede una manata sulle spalle e sentii le sue unghie affilate pungermi la schiena. – Fortuna che eravamo qui noi, o una pallottola in fronte non te la toglieva nessuno. Ma Antares sa sempre dove andare.
– Non me lo ricordo – mentii. In realtà rammentavo tutto, anche se avrei preferito non farlo, solo, non capivo il perché. Non capivo il perché di tutta quella rabbia, di quella violenza.
Ero sempre stato una persona tranquilla.
Scesi i gradini, mi guardai indietro e scoprii che quella in cui viveva la guaritrice in catene non era una stanza, bensì un caravan su ruote. L'uomo si sporse a richiudere la porta, poi assieme alla donna mi accompagnò tra tende variopinte e camper sgangherati, in mezzo a quello che sembrava un alveare brulicante di gente bislacca. Quando li oltrepassavo mi guardavano strano, come se sapessero qualcosa che io ignoravo, e allora capii che le mie peripezie erano solo all'inizio.

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