sabato 22 gennaio 2022

Iniquo

Iniquo [i-nì-quo] agg. 1. Che agisce senza equità; che denota tale vizio; ingiusto. 2. lett. Malvagio, scellerato.

Etimologia: dal latino iniquus, composto da in, "non", e aequus, "convenevole, ragionevole, giusto, benigno, equo".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Tima Miroshnichenko da Pexels


Sapete qual è la cosa più assurda? Non mi hanno sbattuto in questa cella fetida e oscura perché ho cercato di rubare le loro preziose reliquie, ma semplicemente perché sono una donna. Questa, signori miei, è la mia colpa. Non vi pare la più iniqua delle sentenze quella che fa appello non a una mia azione contraria alle leggi, bensì a uno stato su cui non ho avuto la benché minima possibilità di scelta?
D'accordo, d'accordo, so che cosa state per dire. Chi me lo ha fatto fare di travestirmi da uomo e intrufolarmi in un posto in cui già sapevo, fin dall'inizio, che una come me non era ammessa. Che ci posso fare, sono curiosa. E inoltre, in che altro modo avrei potuto appropriarmi delle ricchezze del tempio se non entrandoci dentro?
Non depone a mio favore? Vi sto spiegando, lasciatemi arrivare fino in fondo. Ciò che vorrei fosse chiaro, è che l'ho fatto per soldi, solo per quello. Non certo per mettere in ridicolo l'Ordine dei Paladini di Andronicus o, sia mai, per profanare il loro prezioso tempio con il mio corpo sbagliato. Sono un ladro, un truffatore, e se fossi stata un uomo, come tale sarei stata trattata. Mi sarebbe toccata una dozzina d'anni nella prigione cittadina, un edificio così decadente e con una guarnigione talmente scarsa che mi sarebbe bastato qualche giorno per riuscire a scappare. Invece sono una donna, e solo per questo dovrò morire. Non perché ho mentito. Non perché ho presentato documenti falsi sulle mie nobili origini. Non perché ho tentato di trafugare i tesori del tempio.
E poi dicono che sono io qui dentro l'iniquo furfante.

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