sabato 18 novembre 2017

Naiade

Mi sembra sia da un po' che non scelgo una parola che identifica una creatura mitologica, o sbaglio? Quindi è il momento di rimediare. Eccola qui.

Naiade [nà-ia-de] s.f. Nella mitologia classica, ninfa delle acque sorgive, dei fiumi, dei laghi, protettrice del matrimonio.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Se penso alla mitologia e alle creature fantastiche, so già dove trovarle tra i mondi di cui ho scritto. In più, avevo già accennato a questa in particolare nel brano ispirato alla parola Ninfeo. Caso strano, e me ne rendo conto solo ora, torno a parlare di lei alla lettera N!


Mio padre era morto da poco in quelle che si definiscono circostanze misteriose, perciò era comprensibile il mio desiderio di isolarmi dal resto del mondo. O almeno, così mi dicevo.
In realtà sapevo che andando a spasso nei boschi, risalendo i torrenti montani, infilandomi nelle caverne avevo più probabilità di attirare l'attenzione delle creature che mi volevano uccidere. E forse, ora lo riconosco, il mio era un desiderio di morte, o di vendetta.
Ero l'ultimo della mia linea di sangue e nessuno, in questo mondo o nell'altro, era come me.
La creatura che mi trovò non era affatto ciò che mi aspettavo.
Emerse da una sorgente una mattina. L'acqua le risaliva le gambe e le braccia in gocce distinte, come file di perle che splendevano sulla sua pelle sfumata d'azzurro.
La riconobbi: una Naiade delle fonti. Il solo fatto che venisse dall'Oltre mi rese nervoso. Sentii pizzicare le piante dei piedi e i sassi più vicini si misero a tremare.
Le gocce si raccolsero in una veste di spuma che scese a ricoprirla dalle spalle alle ginocchia. La parte inferiore delle gambe era ancora immersa nell'acqua. Sembrava una creatura innocua, aggraziata, ma io sapevo che l'acqua poteva lasciare senza fiato chi viveva d'aria.
Le storie si tramandavano nella mia famiglia di generazione in generazione. Sapevo tutto dell'altro mondo, pur non essendoci mai stato.
Sfilai dalla tasca dei pantaloni l'accendino e lo tenni pronto nella mano destra.
– Fuoco contro acqua – disse la Naiade con voce musicale, quasi liquida. – Una pessima scelta, se volessi il tuo male.
Le rivolsi un sorriso scaltro. – Anche l'acqua può scaldarsi. Bollire. Evaporare.
– Se volessi il mio male – replicò lei. – Ma non sono qui per combattere, figlio del drago. Mi vuoi sposare?
La sua domanda mi spiazzò.
La Naiade mi spiegò che cercava un altro matrimonio per evitare un pretendente sgradito. Ma tenne per sé che per averla avrei dovuto battermi contro il mio rivale.
Quello lo seppi solo dopo averla conosciuta meglio e aver accettato.

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