giovedì 20 settembre 2018

Che lettore sei?

Esistono molti tipi diversi di lettori. Ci sono lettori occasionali e lettori forti. Lettori di romanzi e lettori di saggi. Lettori per divertimento, lettori per lavoro, lettori per studio. Lettori di best-seller e lettori del più ermetico e sconosciuto degli scrittori. Lettori fedeli a pochi, o a un solo autore, e lettori onnivori. Lettori da divano, lettori da viaggio, lettori da sala d'aspetto, lettori della buonanotte e lettori da... "momento privato".

Se ti piace leggere, ti sarai riconosciuto in uno o più di questi tipi in tempi diversi della tua vita. E magari in altri che non ho citato, che appartengono solo a te o a poche persone. Da bambina, ad esempio, io sono stata una lettrice da terrazzo, e in seguito una lettrice da soffitta. C'era qualcosa nell'idea di andare a leggere in alto, isolata dal mondo e quasi sospesa tra le nuvole, che stimolava la mia immaginazione. Anche se, come era scritto su uno dei segnalibri che mi è passato tra le mani in questi anni, "leggere è bello, sempre e dovunque".

Oggi, come lettrice, io sono tremenda. Sono pochi i refusi che mi sfuggono, ma se non ne trovo in numero esagerato nello stesso libro, gli errori di stampa non mi disturbano. Quel che è peggio è che sono una criticona. Anche se non sembra, dato che gli unici segni visibili potrebbero essere un'alzata d'occhi, un ghignetto o una lieve sbuffata, ci sono volte in cui brontolo a ogni riga. Se trovo un errore di grammatica, una frase poco comprensibile o che secondo me potrebbe essere migliorata, non resisto: la devo riscrivere nella mia testa. Alcuni dei libri che leggo sono pieni di immaginari segni rossi e di appunti mentali. Ma quando trovo un passaggio che davvero mi piace vado in brodo di giuggiole. Lo devo rileggere due, tre, dieci volte. E mi può capitare, se vicino al mio angolo di lettura c'è qualcuno che conosco, di alzare gli occhi dalla pagina, sorridere, indicare e chiedere al malcapitato di leggere le splendide righe in questione.

Non sono una lettrice veloce, no. Anche perché, oltre al tempo per le critiche e a quello per la rilettura con entusiasmo, mi prendo tutto il tempo per immaginare. Immaginare ogni scena nei minimi dettagli, quelli descritti, e quelli no. Immaginare il mondo ideato dall'autore, le conseguenze che un singolo elemento fuori posto può portare in quell'universo, o i perché che nascono da una terra e da una storia totalmente diversa dalla nostra. Immaginare le diramazioni della trama, come la storia può proseguire, come io vorrei che proseguisse, come le pagine passate possono influenzare quelle future.

Sono una lettrice tenace. Raramente abbandono un libro a metà. Anche quando non mi piace. Sono abbastanza selettiva da non iniziare nemmeno se l'incipit non mi convince, ma una volta partita, devo arrivare fino in fondo. Criticando, se devo, mi sforzo di vedere come va a finire. Sono ottimista, e mi piace dare il beneficio del dubbio: "forse più avanti migliora". L'esperienza che insegna il contrario non mi ha ancora dissuaso dal pensarlo con il prossimo sulle cui pagine dovrò arrancare.

I libri che davvero ho lasciato perdere si contano sulle dita di una mano. E non è detto che in futuro non ci riproverò, perché, chi lo sa, magari quello non era il tempo giusto per leggerli. Non sarebbero i primi libri che ho lasciato sullo scaffale in un determinato periodo della mia vita solo per ricominciarli più avanti, finirli senza intoppi, amarli, e scoprire nelle loro storie significati che non ero stata in grado di cogliere prima, e che risuonavano perfettamente in sintonia con gli eventi della mia vita in quel mese, stagione, anno.


Questo è il tipo di lettrice che sono oggi. E tu, che lettore sei?

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