sabato 29 settembre 2018

Quiescente

Con la Q mi trovo sempre un po' in difficoltà, ma stavolta ho scovato tra le pagine del dizionario una parola che, se anche non è così inconsueta come altre che ho scelto, ha un suono davvero molto gradevole e un significato che si intuisce facilmente (non come quell'Onusto... beh!).

Quiescente [quie-scèn-te] agg. 1. nel linguaggio scientifico, che si trova in stato di quiete, di inerzia. 2. fig. Acquiescente, che si adegua alla volontà altrui, arrendevole.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Per il brano ho ripreso personaggi, luoghi e atmosfere dal quello scritto per la parola Batrace nella seconda settimana di vita del blog e... non ci posso credere, sono passati quasi due anni e non ho più scritto niente su questi personaggi? Era proprio ora di dargli una rinfrescata!


Seduto sulla sedia pieghevole osservai il campo, le tende, i caravan, e il via vai pigro degli uomini che Antares mi aveva presentato. La maggior parte sembrava normale, ma uno era un gigante magro dalle gambe lunghe, che dava l'impressione di camminare sui trampoli. A un tavolino di fianco a un camper, due donne giocavano a carte e mi tenevano d'occhio. Sbirciavano di sottecchi come se fossi stato io quello strano, quando a una di loro vedevo zoccoli caprini spuntare da sotto la gonna da zingara e l'altra reggeva le carte con quelle che parevano chele di granchio. In fondo allo spiazzo un tendone a righe gialle e rosse copriva l'orizzonte.
Non riuscivo a capire com'ero finito in un freak show. O meglio, come, lo sapevo: avevo dato di matto in pieno centro e uno di loro mi aveva colpito alla testa. Poi... il buio, finché non mi ero svegliato nel caravan della guaritrice in catene.
– È quiescente. –  Una ragazza dai capelli scuri si sedette accanto a me. Era Demi, quella che mi aveva accompagnato in un giro del campo, e anche lei sembrava fin troppo normale per un posto del genere.
– Il mostro dentro di te. – Demi indicò il mio torace. – La guaritrice ha reciso ogni collegamento con il tuo corpo e la tua mente, perciò per adesso non può nuocere a nessuno.
Aggrottai la fronte. Non riuscivo a credere a quello che dicevano di me. – Se c'è davvero qualcosa, ed è così pericoloso, perché diavolo non me lo ha tolto?
La ragazza trasalì. – Vorrei che fosse così facile. Ma non si può togliere un cuore malato senza sostituirlo con uno sano.
La guardai. Che fosse vero o no, lei ci credeva. – Scusa. Sembra che tu conosca davvero bene questa guaritrice, o sbaglio?
Cercai di posare una mano sulla sua, ma Demi si ritrasse. – N-no, perché lo dici?
– Niente, era un'impressione. – Ritirai la mano. Lei si calmò. – Volevo solo sapere perché la tengono incatenata là.
Accennai al caravan senza finestre.
– In un certo senso – mormorò Demi con un mezzo sorriso. – Perché anche lei è quiescente.

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