sabato 26 novembre 2022

Truculento

Truculento [tru-cu-lèn-to] agg. 1. Sinistro, minaccioso, truce. 2. Particolarmente feroce; scherz. di film o altra rappresentazione, tanto crudo da risultare ridicolo.

Etimologia: dal latino truculentus, che deriva da trux, "truce".


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di shahin khalaji da Pexels


Pensieri truculenti mi attraversano la mente quando non presto attenzione. Quando sono distratto, se chiudo gli occhi, o talvolta anche con le palpebre aperte, vedo... sangue, corpi smembrati, morte e devastazione. Solo per un attimo, un lampo sconvolgente, e poi l'immagine scompare. Qualche volta mi accorgo che sto digrignando i denti, dopo uno di quegli episodi, e in altri casi mi manca il fiato. È un'esperienza mi lascia turbato e pieno di dubbi. Mi chiedo... ha davvero senso combattere così strenuamente per restare lucido? Non lo so, sono troppo stanco, e per quanto io possa lottare, per quanto io riesca a perfezionare la mia medicina, non sono ancora riuscito a impedire che presto o tardi mi prenda uno di quei vuoti che divora la mia memoria e mi lascia nuove immagini di una violenza inaudita da sperimentare nei miei incubi, o anche da sveglio, quando meno me lo aspetto. Riesco a diradarli, a distanziarli nel tempo, ma ho il sospetto che non potrò mai del tutto evitarli.
So che non posso andare avanti così. Vorrei... sì, vorrei poter ricordare quello che succede quando non sono in me. Penso che le mie azioni, per quanto spregevoli, per quanto truculente, mi spaventerebbero di meno del non sapere, o di quei pochi lampi di conoscenza. Ma poi mi dico che è meglio così, che l'ignoranza è una benedizione, che potrei finire con l'impazzire se solo sapessi, se fossi consapevole fino in fondo degli orrori che riesco a escogitare e mettere in atto nei miei momenti di vuoto.
Perché, da quel poco che vedo, da quel poco che riesco a ricordare... quasi non oso scriverlo, ma ho l'impressione, la netta impressione, che quello che faccio mi piace. Che la persona che sono durante quei vuoti, un essere spregevole in cui non mi riconosco, provi una soddisfazione perversa nel torturare, distruggere, uccidere.
E questa, è l'idea più sconvolgente di tutte.

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