sabato 14 luglio 2018

Dedalo

Ecco un'altra parola che deriva dal nome di una persona, o un personaggio mitologico, in questo caso. Dedalo, il costruttore del celebre labirinto del Minotauro... proprio quello di Teseo e del filo di Arianna, per intenderci.

Dedalo [dè-da-lo] s.m. Labirinto, intrico.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Questo termine non mi ha fatto venire in mente un labirinto all'aperto, magari uno fatto di siepi... no, il mio primo pensiero è stato il sotterraneo dell'università, con i laboratori di psicologia. Mi perdevo sempre là sotto, nonostante i colori! E non era nemmeno tanto grande. Ovviamente, le difficoltà dei protagonisti del brano dovevano consistere in qualcosa di più del girare a vuoto per cinque minuti prima di trovare casualmente l'uscita.


Già prima dell'incidente, il complesso dei laboratori era un dedalo di corridoi. Lunghi passaggi e scale e diramazioni e file di porte tutte uguali, non fosse stato per i colori che identificavano le aree e le mappe fissate al muro. Ma anche così, le zone riservate, quelle in cui si svolgevano gli esperimenti più segreti non erano segnalate, non avevano colori né mappe alle pareti.
Il gruppetto di sopravvissuti si trovava in una di tali aree, e come se non bastasse, la distorsione dimensionale rendeva il compito di orientarsi ancora più difficile.
– D-dovremmo andare da quella parte. – Eleny indicò un corridoio in cui giacevano dei corpi semicarbonizzati. – Se c'è qualcuno ancora vivo, dovremmo aiutarlo.
– Infermiere! – brontolò Adam. – Sarebbero capaci di mandarti nella tana di un mostro. No, io dico al diavolo i salvataggi, andiamo dritti, di qua corridoio è sicuro.
Vera guardò avanti. A parte qualche macchia d'umidità e la luce del neon che sfarfallava, la via consigliata dal soldato sembrava libera. Ma lei aveva una brutta sensazione.
Il dottor Eastfield spinse indietro gli occhiali. – Signori, siamo nella parte interrata del complesso. Per uscirne, è necessario salire. Verso l'alto c'è la nostra unica possibilità di salvezza.
Prima che il dottor Eastfield si avviasse, Adam lo afferrò per il colletto e gli puntò la pistola alla testa. – Io vengo dal piano di sopra, brutto idiota. Non hai la minima idea di che genere d'inferno si è scatenato lassù.
– Calmiamoci tutti – intervenne Vera. Accarezzò la spalla di Eleny, scoppiata in lacrime. – Se vogliamo uscirne dobbiamo agire uniti. Ora, non so per quanto si estenda il campo di distorsione al piano di sopra, ma direi di allontanarci ancora un po' prima di tentare la risalita.
– E tu chi saresti per darmi ordini? – sibilò Adam.
– Ci possiamo fidare di lei – assicurò il dottor Eastfield, ma Vera non li ascoltava più. Di fronte ai suoi occhi il corridoio sicuro si sdoppiò, rendendo ancora più complesso quel dedalo mutevole.

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