giovedì 26 luglio 2018

Le tre cose che ho imparato sulla revisione

Ho iniziato il mio approccio alla scrittura narrativa prima dei corsi promossi dalle biblioteche, prima dei manuali per tutti i gusti e tutti i generi, prima dell'epoca dei social network con i gruppi di scrittori che domandano e si aiutano a vicenda, prima degli articoli e dei video facilmente rintracciabili su internet. Ho iniziato da sola, e ho imparato, per necessità, strada facendo. E ho scoperto solo in seguito che le soluzioni a cui sono arrivata da autodidatta sono adottate e consigliate anche da scrittori di professione. Quindi non sono poi tanto assurde, no?

Oggi mi va di parlare della revisione di un testo. Queste sono le tre cose più importanti che ho imparato riguardo alla correzione e riscrittura di una storia.

1. Fai correggere il tuo testo a qualcun altro


Soprattutto se è la tua prima volta e sei completamente a digiuno per quanto riguarda questa parte fondamentale della scrittura, è preferibile dare il tuo testo in mano a qualcun altro che ne possa vedere i punti deboli, e il modo di sistemarli, meglio di quanto riesca a fare tu. Se non conosci di persona qualcuno che sia esperto e di cui ti fidi, esistono varie alternative. Oggi è molto facile mettersi in contatto con un professionista del settore e in alcuni casi sarà possibile anche chiedere qualche pagina di prova gratuitamente prima di affidarti, se intendi farlo, completamente a lui o a lei. Oppure puoi entrare in uno di quei gruppi di cui scrivevo sopra, condividere un pezzo problematico e chiedere un parere su cosa c'è da aggiustare.

Io, all'epoca, non avevo che una zia con la qualifica di avida lettrice e membro della famiglia più istruito. Quel tipo di parente che "era brava, avrebbe potuto fare l'insegnante". Le passai le mie prime opere, e attesi con impazienza che me le restituisse costellate da segni rossi. Quello è stato il mio punto di partenza, il mio libro di testo da studiare. Guardavo quali aggettivi e avverbi toglieva, come rigirava una frase spostando un inciso per renderla più scorrevole, come spezzava i periodi troppo lunghi, come ridisegnava la punteggiatura. Non è detto che accettassi tutto acriticamente (sulla censura ero molto perplessa, ad esempio, e dopo aver letto On Writing di Stephen King ho la forza e le motivazioni per ribattere che allora non avevo), ma se ne parlava: perché hai segnato questo, come mai qui hai cambiato... ed è con un simile atteggiamento che ho cercato di affrontare ogni commento e proposta di modifica ai testi che ho portato in seguito ai corsi e ai laboratori di scrittura. Per capire se quel tipo di correzione poteva entrare a far parte del mio repertorio.

Oggi, quando trovo una frase che non mi convince, se non riesco a capire subito quale parte mi dà questa sensazione posso provare ad aggiustarla in tutti i modi che ho appreso, ed è come se mia zia, le mie colleghe di scrittura, gli insegnanti e gli sconosciuti dei gruppi nei social network fossero lì ad aiutarmi nel processo di revisione. Ho imparato tanto, e non sono sola.

2. Leggi ad alta voce 


Non mi stancherò mai di ripetere quanto la lettura ad alta voce possa migliorare la tua capacità di rifinire un testo. Leggere ad alta voce ti aiuta a:
  • scovare i refusi sui quali in una lettura silenziosa la tua mente sorvola: lettere doppie, mancanti, invertite, parole scritte due volte di seguito e tutti gli altri banali errori di distrazione;
  • individuare le ripetizioni e scoprire quando sono utili per rimarcare un concetto, quando non si notano e quando invece sono fastidiose;
  • sentire il ritmo di una frase, se è così lunga e senza pause da lasciarti senza fiato, o se è troppo simile alle altre che l'hanno preceduta, tanto da creare una sequenza sempre uguale, monotona;
  • allo stesso modo è interessante ascoltare la melodia di una frase, come si combinano le parole, se è facile leggerle una di seguito all'altra o se creano una sequenza cacofonica che ti allappa la lingua e ti impedisce di proseguire;
  • capire la voce dei personaggi in un dialogo, se le loro battute sono facilmente identificabili anche senza arrivare alla frase fuori dalle virgolette o dai trattini che rivela chi parla, e se esprimono le emozioni che dovrebbero in quel particolare frangente;
  • comprendere se ti stai dilungando in una parte del testo che potresti invece tagliare o riscrivere in modo diverso: se ti annoia leggerla ad alta voce, se non ti entusiasma, se un po' te ne vergogni, forse c'è qualcosa che non va, da sistemare, o almeno su cui rifletterci sopra.
Tutto il testo può beneficiare da una lettura ad alta voce. Leggendo ad alta voce puoi rendere più concitate le scene d'azione e più poetiche e musicali le descrizioni, ma è il dialogo soprattutto che ottiene quella marcia in più che altrimenti non avrebbe. Una delle difficoltà che ho sentito esprimere più spesso è quella di creare dialoghi interessanti, in cui i personaggi parlino in modo diverso, ciascuno alla sua maniera. Leggere un dialogo ad alta voce come fosse una sequenza di battute teatrali, provando a "fare la voce" che immagini per i tuoi personaggi, ti aiuterà enormemente a capire se quella sequenza di parole è adatta per quella voce. Perché dopo un po' ti verrà spontaneo, e scoprirai di poter prendere una battuta a caso e dirla nella voce giusta, e che laddove la voce "non viene", c'è qualcosa da riscrivere. Giusto un esempio, per farti capire: una volta iniziai a leggere una battuta in una voce femminile, salvo poi ritrovarmi di fronte a un "disse tizio". Se la battuta di un uomo può essere scambiata per quella di una donna, c'è evidentemente qualcosa che non va in come è formulata.

3. Leggi (i libri degli altri) con occhi da scrittore


Ora ti devo confessare di averti imbrogliato, perché questo punto, in realtà, vale doppio: leggi i libri belli con occhi da scrittore, e leggi i libri brutti con occhi da scrittore. E in entrambi i casi, prendi appunti.

Alla parte positiva di questo consiglio ci sono arrivata prima. Mi è capitato quando ho scovato un libro che aveva esattamente ciò che volevo inserire nel romanzo su cui stavo lavorando, ovvero una rappresentazione intensa di sensazioni a livello fisico, anche di un tipo che non rientra nella normale gamma dell'esperienza umana. L'ho preso, l'ho riletto, l'ho smontato. Come l'autore (o il traduttore in quel caso) usava gli aggettivi, quali verbi sceglieva, su che cosa focalizzava l'attenzione del lettore. Prima ancora di sapere cosa fosse lo "show, don't tell", lo stavo analizzando per cercare di capire come replicarlo.

Questo è stato il mio caso. Il tuo potrebbe essere il dialogo, o la descrizione, o la struttura della trama. Trova un libro che contenga ciò che ti serve inserire nel tuo stile, o l'elemento in cui senti di avere delle lacune. Impara come lo affronta un autore affermato e cerca di capire, non come imitarlo (può andare bene all'inizio, ma poi devi andare oltre la mera imitazione), bensì come rifarlo con parole tue.

La parte al negativo di questo consiglio è molto più recente, e probabilmente mi deriva anche dall'esperienza di correzione di gruppo portata avanti durante i corsi e i laboratori di scrittura, e soprattutto durante la stesura a dieci mani di Trame x 5. Funziona sul principio che è molto più facile notare i problemi in uno scritto altrui piuttosto che nel proprio. E non è nemmeno necessario riunirsi con altri scrittori e affrontare la loro resistenza ai tuoi suggerimenti.

Io lo chiamo: editing segreto. Trova un e-book in offerta gratuita su Amazon, o un romanzo a puntate su Wattpad, o un blog che contenga racconti. Anche questo che stai leggendo ora. Chiediti: che cosa cambieresti di ciò che stai leggendo? Che cosa secondo te è un errore, o è scritto male, o nasconde un difetto di trama, e come si può intervenire? Non limitarti a pensarlo. Scrivilo da qualche parte, in un file di testo, in una pagina di quaderno. Sii il più severo possibile. Nessuno leggerà quei tuoi appunti, non è necessario che l'autore lo sappia. Quindi non essere tenero, non lasciar passare qualcosa che secondo te è da cambiare. Più sarai severo nell'editing segreto, più questo ti sarà utile.

Quando poi ti troverai, nel correggere un tuo testo, di fronte a un pezzo che non ti convince del tutto, e ti verrà in mente questo brutto, bruttissimo pensiero dettato dalla pigrizia o da un senso di affetto per la tua creatura "dai, insomma, però posso anche lasciarlo così, non è tanto male....", chiediti: se questo fosse il libro di qualcun altro, davvero lo lascerei passare? Quindi prendi la tua veste grigia, il tuo bastone magico, piantati in mezzo a quel ponte e urla "Tu non puoi passare!". Non sarà facile. Ma ne uscirai vivo, te lo prometto.


Queste sono le tre cose che ho imparato sulla revisione. Ora tocca a te. scrivimi pure che ne pensi, e soprattutto: quali sono, invece, le tue tre cose che hai imparato sulla revisione?
Buona scrittura, buona vita, e a presto!

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