sabato 19 giugno 2021

Falbo

Falbo [fàl-bo] agg. lett. Di colore biondo scuro, fulvo.

Etimologia: dal germanico falwa, attraverso la voce provenzale falb, latinizzata in falvus e falbus, da cui derivano i due termini italiani indicanti i colori fulvo e falbo.



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Photo by Jakub Tabisz from Pexels


Non sono sempre stata così. Un tempo ero una volpe come tante altre.
Ricordo ancora la prima volta che accadde. Il sole basso all'orizzonte tingeva le nubi in un tramonto falbo, le ombre si allungavano e alle mie narici giungeva l'odore appetitoso di una preda. L'avevo seguita, tesa e attenta a ogni rumore, fino a inoltrarmi in un campo d'erba secca, gli steli ingialliti dall'estate. Ero allo scoperto, lontano dalle ombre degli alberi, quando udii i latrati dei cani in lontananza e capii che da predatore ero diventata preda. Mi girai e tentai la fuga, ripercorrendo i miei passi di corsa, ma il bosco era lontano e compresi in fretta che non ci sarei mai arrivata. Allora trovai un avvallamento e mi appiattii lì, nascosta tra gli steli falbi, poco più chiari del mio pelo, e rimasi zitta e immobile nella speranza che non mi trovassero.
Non riuscii a impedirmi di tremare quando li sentii abbaiare vicinissimi. Dietro di loro giunse l'uomo, e mi puntò contro il tubo grigio che in seguito imparai a conoscere con il nome di "fucile".
Non riuscivo a muovermi per la paura. Sentivo le zampe deboli e molli, e la leggera brezza mi metteva addosso un freddo mai provato.
Le mie orecchie udirono un verso nuovo, sconosciuto: – Miseriaccia!
Poi il cacciatore abbassò il fucile e tirò indietro i cani trascinandoli per il collare. E mi tese la mano.
– Sono mortificato, signorina. Sta bene? Che cosa le è successo, aspetti, le presto la mia camicia, non ho altro...
I suoi versi non avevano senso per me, non allora. Ringhiai, scoprii i denti, e tentai di graffiare la sua mano, ma la vista della mia zampa priva di pelo, così diversa, mi inorridì. Indietreggiai, poi fuggii nel bosco. Quando raggiunsi un posto sicuro dove riprendere fiato, scoprii che le mie zampe erano di nuovo le mie.
Con il tempo scoprii come cambiare per mia volontà, e non sotto la morsa della paura. Avere l'aspetto di uno di loro, e imparare a comportarsi e parlare come uno di loro, erano però due cose interamente diverse.

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