lunedì 7 giugno 2021

Hotel e alberghi

La settimana scorsa ti ho portato a fare un giretto tra bar e ristoranti. Proseguendo con le tappe da turisti, quello che manca adesso è una sosta in hotel per riposarsi prima di ripartire, ma... facendo attenzione a non finire in uno dei posti meno raccomandabili di questo elenco!


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Al contrario di quanto accade con i luoghi di ristoro, per hotel e alberghi esistono un numero minore di storie dal punto di vista del personale rispetto alle tante che vedono come protagonisti gli ospiti. Tra i primi si può annoverare il film Grand Budapest Hotel, ma anche Un amore a 5 stelle,  mentre tra quelli di tipo "misto" mi viene in mente il film d'animazione Hotel Transilvania.
E con i tre film già citati ho coperto quasi tutti i generi di storie che si ritrovano di solito ambientati in questa "casa lontano da casa" che è l'albergo. Ma andiamo con ordine.
Uno dei filoni più classici è quello della commedia, tra scambi di persona, equivoci, ospiti bizzarri, mogli o mariti fedifraghi e tutta una serie di problematiche legate all'albergo che non è esattamente come i personaggi si aspettavano, o a una prenotazione errata delle camere. A dar retta ai cinepanettoni nazionali, come anche al film Hotel Paradiso, sembra che tutte le persone che si conoscono, che siano parenti che non si sopportano, amici invidiosi, odiosi vicini di casa o insopportabili colleghi, finiscano in vacanza non solo nella stessa località, ma addirittura nello stesso hotel e nel medesimo momento.
Se invece gli ospiti sono tra loro sconosciuti, una possibilità è che incrociandosi più volte nelle aree comuni scocchi la scintilla e prima della fine della storia i protagonisti si scoprano innamorati, con tutti i classici delle commedie romantiche. Il già citato Lost in Translation - L'amore tradotto (caspita... salta fuori ogni lunedì questo!) è un perfetto esemplare del genere, come pure Pretty Woman, pur non essendo una storia d'amore sbocciato "casualmente" tra due ospiti dell'hotel, si può annoverare tra i classici romantici con una stanza d'albergo come sfondo principale della vicenda.
Gli hotel delle storie sembrano quasi sempre offrire una certa aura di anonimato ai loro ospiti, e non solo quando si tratta di motel a ore dove consumare un tradimento registrandosi sotto pseudonimo; anche una conferenza sembra potersi svolgere senza che nessuno tra il personale conosca la vera identità e le motivazioni dei partecipanti, che possono anche essere creature di fantasia come nel romanzo Le streghe di Roald Dahl. Non è necessario però scomodare il fantastico per trovare personaggi con pessime intenzioni che girano attorno agli hotel: l'opulenza del Bellagio Hotel di Las Vegas, unita a vecchie rivalità, è il fattore scatenante che attira le attenzioni della squadra di ladri del film Ocean's Eleven su quella ricca preda. In genere però, salvo episodici furti o rapine, gli ospiti di hotel di lusso nelle storie non se la passano male.
Va assai peggio quando ad accogliere i viaggiatori è una struttura antiquata e isolata che spicca come un faro in mezzo al nulla (ancor peggio se ci si arriva in una giornata di pioggia): ecco a voi il Bates Motel del film Psycho, e non ho bisogno di spiegare perché sarebbe meglio cercare una stanza altrove. Purché non sia una stanza maledetta come quella numero 1408, in grado di alterarsi e mostrare ai suoi ospiti allucinazioni tanto vivide da farli impazzire. Altra stanza da evitare è la 237 dell'Overlook Hotel nel film e la 217 nel libro Shining di Stephen King, specialmente nella stagione di chiusura, se non si vuole fare la fine di Jack Torrance. Trame horror, follia, e hotel, sono così strettamente collegati che questi ultimi, con le loro stanze numerate e gli ospiti solo in apparenza sconosciuti, possono persino fare da metafora di una mente divisa in più Identità, come appunto avviene in un film.
Voglio ricordare, infine, uno degli hotel più bizzarri che mi sia mai capitato di incontrare in una storia, ovvero l'Hotel Climax,  tratto dal penultimo libro di Una serie di sfortunati eventi, intitolato appunto Il penultimo pericolo, di Lemony Snicket, le cui stanze sono ordinate secondo la Classificazione decimale Dewey usata nelle biblioteche.
Per oggi è tutto, ti aspetto per il check-in in uno dei miei hotel (ancora non so quale, ma vedremo) tra qualche giorno.

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