sabato 21 agosto 2021

Prodromo

Prodromo [prò-dro-mo] s.m. 1. Fatto, fenomeno che costituisce il segno premonitore di qualcosa; preannuncio, avvisaglia. 2. med. Sintomatologia generica che precede il manifestarsi dei sintomi specifici di una malattia.

Etimologia: dal latino prodromus, "messaggero", derivato dal greco pródromos, "precursore", composto da pro, "avanti", e da dromos, "corsa".



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Per quanto mi facesse piacere non essere più da solo, era arrivato il momento di ammettere che coinvolgerla non era una buona idea. Non avevo chiesto io il suo aiuto. I rischi che correva nello starmi accanto li correva per sua scelta. Io avevo provato a liberarmi di lei, ma quella era testarda. Sapeva dove abitavo, aveva visto lo scantinato e letto il mio diario.
Tutte scuse. Avrei potuto cacciarla facilmente. Ero io che non volevo che se ne andasse.
Bene, era arrivato il momento. Appoggiato alla parete dello scantinato, con una mano sulla tempia e un lancinante mal di testa, tenni a freno la nausea e mormorai con voce roca: – Maria, devi andartene.
Sapevo riconoscere i prodromi dei miei attacchi. Lei no.
Maria alzò gli occhi dagli alambicchi e sbuffò. – Te l'avevo detto che l'ultimo era troppo forte! Ed, devi tener conto degli effetti collaterali nell'imbottirti di questa roba. Ora vieni, siediti, è meglio se ti riposi...
L'infermiera mi accompagnò al letto sgangherato. C'era una cosa che poteva fare per me. Le tesi la mano. – Le chiavi.
Lei esitò.
Cercai di scacciare la nebbia dai miei pensieri. – Tu non sai cosa succede quando le medicine non fanno effetto. Che cosa divento. Non voglio farti del male. Non voglio fare del male a nessuno.
Parlavo a fatica, lentamente. La vidi raggiungere il tavolo, prendere le chiavi delle manette e portarmele, sebbene tentasse di protestare: – Da quello che hai scritto non lo sai nemmeno tu. Forse non è così...
La ignorai mentre stringevo alle caviglie i ceppi di ferro assicurati alla parete da pesanti catene. Poi, prima di riuscire ad aprire quelle per i polsi, le chiavi mi scivolarono sotto al letto. Imprecai. Non riuscivo a raggiungerle. Maria si mosse per aiutarmi, ma alzai una mano per segnalarle di tenersi a distanza. Era ancora lì, e io non ero del tutto legato, e ormai sentivo che non c'era più tempo.
– Scappa! – gridai con gli ultimi barlumi di lucidità, prima di scivolare nell'oblio che era il prodromo della violenza.

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