lunedì 15 novembre 2021

La donna dei fiori


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Foto di T da Pexels


Nella savana, attorno a un fuoco, di notte, si raccontano storie interessanti. Storie strane, incredibili, bizzarre e mutevoli come le ombre gettate dalle fiamme sui nostri volti. Storie sussurrate per non farle sentire ai grilli e alle rane e agli uccelli chiacchieroni, che a migliaia parevano accorrere tra i rami di qualche sparuto albero, o assieparsi sulle schiene di elefanti e ippopotami per prestare orecchio e commentare con strepiti, strida e starnazzii, per poi ciangottare la loro versione della storia ai parenti al di là del fiume.
Una di queste storie riguardava la donna dei fiori. Mia nonna era solita raccontarla molto tardi, quando quasi tutti i bambini erano andati a dormire e persino le scimmie sbadigliavano a bocca aperta aggrappate ai tronchi o nascoste tra l'erba alta e giallastra. Io restavo sveglia apposta per sentirla, perché era la mia preferita e perché, a volte, dopo averla ascoltata, sognavo di essere anch'io una donna dei fiori.
La nonna diceva che era davvero vissuta, quando lei era lei era piccola, una donna amata dagli spiriti. Tutti sapevano che lo era perché nelle sue orme sbocciavano i fiori, e quelli che lei coglieva per metterli tra i capelli non appassivano mai; inoltre, gli spiriti le avevano sussurrato i loro segreti, così che la donna dei fiori conosceva la magia degli spiriti e delle piante, come ammansire le belve feroci e come guarire le malattie.
Oltre a conoscere segreti che nemmeno gli uomini di medicina più potenti sapevano, la donna dei fiori era molto bella, tanto che tutti gli uomini del villaggio e dei villaggi vicini l'avrebbero voluta come moglie. Ma chi è amato dagli spiriti non può cedere alle voglie di un semplice uomo, e così la donna dei fiori aveva rifiutato ogni pretendente che aveva bussato alla sua porta.
In quel tempo, nel villaggio oltre il fiume, viveva un uomo invidioso, che ambiva a diventare uno sciamano e a conoscere tutti i segreti della donna dei fiori. Lui era il più insistente tra coloro che la cercavano, e non aveva mai accettato il suo rifiuto, tornando più volte a bussare alla sua porta con doni di maggior valore a ogni luna che passava. Ma niente poteva convincere la donna dei fiori o la sua famiglia, e l'uomo invidioso sapeva che non sarebbe riuscito a rapirla quand'era nel villaggio, protetta com'era dai suoi parenti e dagli altri abitanti, che non desideravano che lei andasse a vivere altrove.
Così l'uomo invidioso la seguì di nascosto quando con le altre donne andava a prendere l'acqua al fiume, e quando la donna dei fiori si allontanò da sola per recarsi nel luogo in cui parlava con gli spiriti, l'uomo strisciò tra l'erba alta come un infido serpente, fino all'albero secco che segnava il luogo sacro. Aspettò nascosto finché non la vide immobile, in ascolto delle voci nel vento; a quel punto, l'uomo balzò su di lei come un ghepardo su una gazzella, e tentò di prenderla con la forza, confidando che, una volta che fosse stata sua, la donna dei fiori non avrebbe potuto far altro che condividere con lui i suoi segreti. Ma pur da sola, la donna dei fiori non era indifesa, poiché gli spiriti erano con lei, e allora i rovi sorsero dalla terra a graffiare l'uomo, e gli steli bruciati dal sole si avvinghiarono alle sue gambe e alle sue braccia, e gli arbusti protesero i loro ruvidi rami per accecarlo e respingerlo. Così l'uomo estrasse il coltello che portava alla cintola e tagliò, tagliò e tagliò, menando fendenti alla cieca, tranciando erba e pelle, carne e legno.
Quando si fermò, scoprì che la donna dei fiori era morta senza un lamento, poiché per prima, senza accorgersene, le aveva tagliato la gola, poi l'aveva ferita al ventre e alle braccia. Spaventato, l'uomo invidioso la seppellì sotto l'albero secco, tornò a casa, e non disse a nessuno ciò che aveva fatto.
A quel punto della storia, la nonna taceva sempre, alzava gli occhi al cielo stellato, e bisbigliava una preghiera per la donna dei fiori. O almeno questo è quello che io pensavo facesse, perché la cacofonia della savana soffocava le sue parole lievi, e di solito, da qualche parte, una iena rideva, forse perché già sapeva come proseguiva la storia.
Nel suo villaggio, la scomparsa della donna dei fiori non poteva passare inosservata. Tutti quanti la cercarono, prima lungo il fiume, poi nei villaggi vicini, temendo che qualcuno fosse riuscito infine a portarla via e sposarla di nascosto. Passarono i giorni, ma la donna dei fiori non si trovava. Alla fine, temendo che fossero stati gli stessi spiriti a prenderla con loro, alcuni tra i più coraggiosi nella sua famiglia si recarono al luogo sacro, presso l'albero secco che però non era più tale: l'albero era rinato, verde di foglie e bianco di fiori, e tutto attorno un ampio tappeto di corolle variopinte copriva le radici dell'albero non più secco. I suoi parenti si misero in ginocchio e scavarono lì dove i fiori erano più fitti, e in una tomba poco profonda trovarono lei, la donna dei fiori, bella com'era stata in vita. La morte sembrava non aver toccato il suo volto o il suo corpo, e se non fosse stato per i tagli profondi, orlati di sangue seccato, da cui si ergevano gli steli dei fiori più belli e profumati che si fossero mai visti, la si sarebbe detta immersa in un sonno profondo.
Sua madre pianse e supplicò gli spiriti di rivelarle chi fosse stato a farle questo, ma gli spiriti non parlarono. Poi, tutti insieme, le costruirono una lettiga e la portarono al villaggio, circondata da tutti i fiori che riuscirono a portare con loro, affinché le fossero tributati gli onori che le spettavano, lei che era stata tanto amata dagli spiriti che neppure alla morte era concesso di toccarla.
La notizia del suo assassinio si diffuse ben presto negli altri villaggi, e chiunque l'avesse conosciuta pretese di poterla piangere e onorare un'ultima volta. Così la lettiga in cui giaceva in un letto di fiori fu portata di villaggio in villaggio, e quando lo seppe l'uomo invidioso pretese che venisse anche nel villaggio al di là del fiume dove lui viveva: temeva infatti che se non lo avesse richiesto, lui che era stato il più insistente tra i suoi corteggiatori, avrebbe potuto sollevare il sospetto sulla sua colpevolezza.
Dunque la lettiga passò anche per il suo villaggio, e come già in precedenza, al suo passaggio gli abitanti bisbigliarono preghiere, aggiungendo fiori a quelli che già la circondavano e piangendo per la sua triste sorte. Ma quando la lettiga passò davanti all'uomo invidioso e lui mormorò parole vuote e posò il suo fiore tra gli altri, tutti i fiori avvizzirono e lo stesso corpo della donna dei fiori deperì all'istante e il collo si torse nella sua direzione, la bocca rinsecchita spalancata in un grido. Tutti seppero allora che gli spiriti avevano risposto alla supplica della madre, e avevano indicato il colpevole di quell'atroce delitto.
L'uomo invidioso ebbe la fine che si meritava, mentre l'anima della donna dei fiori poté finalmente riposare in pace, riunita agli spiriti che l'avevano così tanto amata.

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